C'è sempre la questione caldissima dell'emergenza energia al centro dei pensieri e della campagna elettorale di Silvio Berlusconi. Questa volta il suo approccio è particolare, all'insegna di un particolare storico, un ricordo che suona come una certificazione di coerenza. Nella pillola del giorno il Cavaliere recupera il discorso da lui fatto da presidente del Consiglio all'inaugurazione del rigassificatore di Rovigo, il più grande tuttora in funzione, datato 2009. E si chiede: «Quale altro leader può ripubblicare un suo discorso 13 anni dopo e poterlo sottoscrivere ancora oggi? Qui, ho inaugurato il rigassificatore di Rovigo, il più grosso tuttora in funzione, denunciando quanto, purtroppo, sta accadendo oggi. Il problema è che dopo il nostro governo non si è fatto più niente e ciò ha comportato un grave danno per il nostro Paese».
Su questo tema strategico ritorna anche in serata quando ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta gli viene chiesto quale sia la sua ricetta per far pagare meno le bollette agli italiani. «Un intervento immediato del governo attuale con un decreto legge che tolga gli aumenti per le famiglie e per le imprese e possa far sì che le aziende fornitrici di energia presentino le bollette risalenti a due anni fa» risponde il leader di Forza Italia. «A questo si dovrebbe accompagnare un fondo finanziario dove dovrebbero entrare i capitani delle istituzioni e delle banche a cui le imprese fornitrici di energia potrebbero ricorrere per le loro esigenze visto che prenderanno meno dai cittadini a cui forniscono l'energia».
A Porta a Porta Silvio Berlusconi racconta anche un aneddoto, quando gli viene fatto notare che è ormai alla sua ottava campagna elettorale dal 1994. «Per me non è l'ottava campagna» puntualizza «perché io ebbi a fare un'altra campagna elettorale molti anni prima, quando avevo 12 anni nel 1948». Sulla capacità della Russia di resistere alle sanzioni il Cavaliere non è molto ottimista. La Russia «è assolutamente in grado» di resistere alle sanzioni e anche al tetto al prezzo del gas «perché sono molto aumentate le richieste da parte di Cina e India» spiega. «Certo la guerra in Ucraina non è piacevole perché l'invincibile armata russa non si è dimostrata così invincibile e le sanzioni hanno aumentato le aree di povertà». Per Berlusconi il conflitto ha «portato Putin nelle braccia della Cina e sono molto dispiaciuto» dopo quanto fatto con «la straordinaria operazione di Pratica di Mare. Se c'è una persona che può lavorare al mio posto o al mio fianco è la signora Merkel, con lei mi sentirei di tentare un convincimento».
Il presidente di Forza Italia in giornata, parlando con Avvenire, aveva offerto una indicazione sulla strategia parlamentare di Forza Italia: «Escludo gruppi unitari tra Forza Italia e Lega. Abbiamo valori diversi e ci rivolgiamo a elettorati diversi». Berlusconi peraltro si appresta a tornare in piazza a Roma e più precisamente a Piazza del Popolo il 22 settembre quando i leader della coalizione si ritroveranno per chiudere la campagna elettorale. Di sicuro, prenderanno la parola Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Ed è attesa la grande rentrée di Berlusconi. È dal 19 ottobre 2019 che i vertici di centrodestra non salgono sullo stesso palco, anche in quel caso piazza San Giovanni, per la maxi manifestazione di protesta dopo la caduta del governo gialloverde. E sempre a Porta a Porta rivolge un pensiero ai suoi compagni di viaggio politici. «Conosco molto bene i miei alleati. Ho con loro un rapporto franco, un rapporto come da padre a figli, perché ho competenza, esperienza e cultura non paragonabile con nessuno dei leader in campo. Sono convinto che la flat tax cambierà la nostra situazione in Italia. Noi siamo per una flat tax al 23%. Salvini per il 15% e le cose non sono in contrasto, perché se le cose vanno come credo dopo il 23 settembre, si potrà raggiungere un'aliquota del 15%».
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte