Forza Italia ha chiuso il tetris delle candidature con un colpo di scena. A Brescia, a correre per la Camera, sia all'uninominale sia da capolista al proporzionale, c'è infatti il presidente di Confapi (che rappresenta la piccola e media industria privata con 116mila industrie e circa un milione di lavoratori), Maurizio Casasco. Bresciano d'adozione, laureato specializzato in medicina dello sport, ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali. Casasco è presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana e presidente dell'Executive Board della Federazione europea di medicina dello sport.
Dottor Casasco, medico, imprenditore e adesso anche politico?
«Sì, è una nuova sfida. La candidatura che il presidente Silvio Berlusconi, il vicepresidente Tajani e la senatrice Ronzulli mi hanno riservato mi onora. Sono orgoglioso di far parte di questa squadra e grato al presidente Berlusconi di avermi dato questa opportunità in quanto imprenditore e rappresentante di una categoria di imprese».
Emozionato?
«Più che emozionato sono carico nella sfida. Ogni imprenditore che inizia qualcosa è preso dalla volontà di riuscire con impegno, responsabilità, tenacia, coraggio».
Che tipo di contributo cercherà di infondere?
«Cercherò di portare in questa esperienza la politica del fare perché gli imprenditori hanno nel loro Dna il fare, specialmente in una città come Brescia che mi ha insegnato la concretezza. Credo fortemente nel fare, nel lavoro, nell'impegno e nelle responsabilità».
In che cosa sarà incentrato il suo impegno?
«Conosco in maniera profonda quali sono i problemi delle imprese, dell'economia e i problemi sociali perché il nostro mondo è l'anello di congiunzione tra imprenditori, imprenditrici, lavoratori e lavoratrici. Tutto passa dalla tutela del lavoro e delle aziende che coinvolge gli imprenditori e i nostri lavoratori».
Come farà con tutti i suoi impegni?
«Lascerò Confapi e rappresenterò tutto il mondo del lavoro: la parte industriale, gli artigiani e commercianti, le partite Iva. Aiutare a sostenere il tessuto economico è fondamentale soprattutto nel mio territorio in un momento particolarmente difficile per l'economia e la società come questo».
Quali difficoltà in primis?
«Denunciammo il grande problema delle materie prime già a dicembre, l'aumento dell'energia e del gas ancor prima della guerra ma non venimmo ascoltati. Oggi il tema del costo dell'energia è decuplicato, il gas è aumentato del 41%, un problema sia economico che sociale. Le aziende non riescono a sopportare questo costo e le famiglie non riescono a dare garanzie ai loro figli».
Quindi, primo punto?
«Credo sia importante intervenire sul problema che attanaglia società e aziende, visto che economia e società vanno di pari passo: abbattere le tasse per compensare il costo dell'energia e dell'inflazione perché diversamente le aziende moriranno, le famiglie soffriranno e i giovani avranno timore per il loro futuro».
E secondo punto?
«Aumento della natalità. Abbiamo bisogno di mettere in pratica una grande politica demografica a favore dei giovani per dar loro la possibilità di costruirsi una famiglia ma questo può esserci solo con un abbattimento delle tasse. Mi batterò per i miei figli e per i figli di tutti perché abbiano un futuro. A 67 anni non devo far carriera, ho accettato questo impegno per il mio Paese».
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