Si aggiunge un nuovo capitolo alla faida interna del Movimento 5 Stelle, ormai sempre più nel caos: riesplode, infatti, il conflitto mai sopito fra l'ex sindaco di Roma Virginia Raggi e l'assessore alla Transizione Ecologica e Digitale della Regione Lazio Roberta Lombardi.
A lanciare il guanto di sfida, questa volta, sarebbe stata la Raggi che nel commentare i disperati tentativi di alleanza di Giuseppe Conte ha tuonato sui suoi social: "Si abbia il coraggio di chiudere anche con le pseudo alleanze di comodo in quei Comuni o in quelle Regioni laddove è evidente anche alla luce dei programmi che non c'è conciliabilità". E ancora: "Si prenda il caso di un tema come quello della transizione ecologica e dell'inceneritore, che a livello nazionale ha scosso l'anima ecologista del MoVimento 5 Stelle mentre in Regione Lazio pare non riuscire a smuovere neanche una foglia. Altrimenti ci troviamo di fronte alle solite chiacchiere elettorali".
Insomma, la Raggi non le ha mandate a dire. E il messaggio è stato ben recepito.
Roberta Lombardi, che ha da tempo attriti con l'ex primo cittadino di Roma, è subito passata al contrattacco. Basti pensare che fra le due è botta e risposta da anni, specie sul tema "inceneritore del Lazio". Soltanto pochi mesi fa, la Raggi aveva addirittura lanciato una raccolta firme fra i pentastellati per bloccare l'avanzamento della proposta, cosa che aveva fatto andare la Lombardi su tutte le furie ("C'è chi vuole essere ricordato per il No e basta e c'è chi lavora per il Sì al futuro", aveva commentato).
Dopo il messaggio della Raggi di ieri, la risposta della Lombardi non è fatta attendere. L'assessore ha ricordato all'ex sindaco che "rispettare il mandato elettorale significa anche saper creare le condizioni, quando non si hanno i numeri necessari, per poter realizzare il programma per il quale i cittadini ci hanno votato". Non paga, ha poi aggiunto che "sono i risultati raggiunti che parlano del nostro operato e per i quali saremo giudicati alle urne. Perché in fin dei conti si può anche governare Roma per cinque anni e mezzo avendo la maggioranza ma se alla fine del mandato i cittadini ti mandano a casa, senza nemmeno farti arrivare al ballottaggio, allora è il caso di farsi una domanda".
Insomma, fuoco e fiamme fra le due grilline.
E, in merito alle candidature decise da Conte, la Lombardi, come riportato da Il Messaggero, ha chiesto di "non lanciare proclami dal pulpito, tra l'altro con una doppia morale sulle candidature e sul processo partecipativo dal basso dopo aver riempito in buona parte le liste dei municipi con dei propri nominati".
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