A sinistra si continua a litigare. Tra veti e personalismi, il fronte rosso è nella palude e non ha ancora idea di chi saranno i componenti dello schieramento contro il centrodestra. Il Partito democratico vuole imbarcare quanti più partiti possibile, mentre Carlo Calenda ha detto chiaramente "no" a partiti nati all'improvviso (riferimento a Luigi Di Maio) e agli anti-Draghi come Nicola Fratoianni. Nel marasma totale non mancano botta e risposta in quello che sarebbe dovuto essere il campo largo.
Il veto di Calenda
Da giorni Calenda va ripetendo che non può accettare di condividere l'alleanza con il ministro degli Esteri, con Sinistra italiana e con Angelo Bonelli dei Verdi. Il leader di Azione ha chiuso la strada, più in generale, agli ex 5 Stelle e a tutti coloro che non hanno votato la fiducia al governo Draghi: "Ai nostri elettori non possiamo chiedere di votare Di Maio, Bonelli (anti ILVA, termovalorizzatori e rigassificatori) e Fratoianni (che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi) nei collegi uninominali".
Azione e +Europa hanno presentato un'agenda di governo in vista delle elezioni del 25 settembre. Una serie di priorità che si rifanno alla tanto sbandierata agenda Draghi, che però non trova un consenso nella parte più radicale della sinistra. Anzi, è proprio la devozione al presidente del Consiglio a provocare caos nel fronte allargato.
Nelle ultime ore Calenda è stato ancora più preciso, avanzando a Enrico Letta una sorta di ultimatum: decidere subito, senza perdere altro tempo. L'ex ministro dello Sviluppo economico ha anche tracciato un perimetro d'azione, definendo una possibile soluzione: candidare le figure divisive nel proporzionale e nella lista Democratici e progressisti, così che chi non vuole votarli lo possa fare. "Fate, ma sulla quota proporzionale", chiede Calenda.
La replica di Fratoianni
Le continue chiusure e i toni alti hanno infastidito Nicola Fratoianni, che insieme ai Verdi dovrà definire una linea ufficiale in merito a un possibile asse con il Partito democratico. Il segretario di Sinistra italiana, nel corso di un colloquio con il Corriere della Sera, si è definito radicale non solo nelle sue idee ma anche per quanto riguarda la buona educazione.
Da qui la replica, a muso duro, alla luce dell'atteggiamento adottato da Carlo Calenda: "Non sono come quel presuntuoso di Calenda, che fa l'arrogante con me su Twitter anche di prima mattina". Un'opzione potrebbe essere quella di non candidare Fratoianni in un collegio uninominale, dove potrebbe essere eletto anche grazie ai voti suoi. Il segretario di Sinistra italiana ha accettato l'ipotesi e ha sfidato Calenda: "Per me va benissimo, ci sto! Ma lui è disposto a fare la stessa cosa?".
Fratoianni si è detto disponibile a compiere uno sforzo politico per un'alleanza tecnica pur di tentare di arginare il centrodestra, ma ha rifiutato l'idea di avallare un programma definito come agenda Draghi: "Allora facciamo subito. Noi non firmiamo e ciascuno per la sua strada".
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