Il dietrofront di Conte, le colpe di Draghi e le elezioni con una campagna elettorale di sette giorni. Michele Santoro senza freni nel corso del suo intervento a Otto e mezzo. "Stiamo andando verso un voto che può essere il più importante del Dopoguerra. Tra un mese potrebbero chiudere 120 mila aziende, con un milione di persone che precipitano nella povertà. Questo a causa di una guerra in corso nel cuore dell'Europa, ma le forze politiche sono tutte d'accordo sulla politica estera", l'analisi del giornalista nel salotto di Lilli Gruber.
Ospite di La7, Monica Guerzoni ha tenuto a precisare:"Mario Draghi aveva provato a indicare una via d'uscita". Parole che hanno scatenato la pronta replica del volto di Annozero, tranchant nei confronti del primo ministro uscente: "Mi è sfuggita, non mi pare di averla colta. Quale sarebbe? Draghi ha assunto una linea molto propagandista sulla guerra, dicendo che non potevamo fare niente per cambiare il corso delle cose perché quella dell'Ucraina era legittima difesa. E così siamo finiti nelle mani degli americani".
Per quanto concerne il voto del 25 settembre, Santoro ha ammesso di fare parte di quel 50 per cento di italiani che non si sente assolutamente rappresentato. Si è parlato molto di un'intesa con Giuseppe Conte, ma il leader pentastellato si è defilato: "Anziché fare un'operazione di cambiamento, è tornato sui suoi passi e ha preferito scalare un partito che già esisteva". Il dialogo con Giuseppi non è mai iniziato, ha ribadito:"Abbiamo discusso per interposte persone. Poi bisogna vedere cosa dice quello che sta nascosto nell'armadio, Beppe Grillo sta sempre lì".
Soffermandosi sugli altri partiti in campo, Santoro ha stroncato gli allarmi sul ritorno del fascismo in caso di vittoria di Giorgia Meloni: "A me della Meloni non spaventa il fatto che possa in qualche modo puzzare di fascismo. Certe sue parole evocano certi slogan, è evidente, che vanno a titillare una base di consenso che lei nella realtà ha. Ma non mi spaventa per niente, penso che la società abbia sufficienti anticorpi per affrontare un eventuale ritorno al passato". Il giornalista si è detto invece preoccupato della "totale inadeguatezza" della leader di Fratelli d'Italia: "Prima ha esaltato Putin e dopo cinque minuti è diventata filo-americana: vuol dire che la sua visione è estremamente fragile, debole. Anche lei chiamerà Draghi…".
A proposito dell'ex presidente della Bce, Santoro l'ha messo nel mirino per la gestione della crisi di governo. "A me ha dato la sensazione di voler scappare quanto prima da quella carica per paura di quanto stava succedendo", la sua stilettata: "Draghi poteva aspettare altri due mesi, così da poter fare una campagna elettorale più consapevole. Ora andiamo a votare guardando la tv negli ultimi sette giorni di campagna elettorale. Con una terza guerra mondiale in corso noi voteremo con sette giorni di campagna elettorale". E la scelta di andare alle urne non è legata unicamente al mancato sostegno dei partiti, secondo Santoro c'è stato lo zampino dello stesso Draghi nella scissione del Movimento targata Di Maio: "Quando dall'interno del governo è partita un'operazione scissionista nei confronti del M5s, Draghi non ne sapeva niente? Le sue qualità sono fuori discussione, ne ho stima, ma se hanno fatto fare una scissione ai pentastellati, vuole dire che hanno provocato una crisi di governo, sono stati loro a provocarla. La scissione l'ha fatta il governo".
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