Il decreto Aiuti bis resterà bloccato in Senato fino a martedì prossimo. Ieri, dopo una lunga giornata di trattative non si è riusciti a sciogliere il nodo degli emendamenti, in particolare quelli sullo sblocco della cessione dei crediti del superbonus 110%, sul quale bisognerà trovare un'intesa nelle prossime ore. Nel tardo pomeriggio la maggioranza delle forze politiche era d'accordo sul ritiro delle modifiche presentate al testo, con la promessa di affrontare il tema dei crediti d'imposta in un nuovo provvedimento, magari l'Aiuti ter, all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi.
Già nella mattinata di mercoledì, infatti, era chiaro che il ministero dell'Economia e delle Finanze avesse dubbi sulle coperture finanziare. "È una misura onerosa ma necessaria, ci sono 50mila imprese a rischio", ribattevano ieri nei corridoi del Senato fonti vicine al Movimento 5 Stelle. E alla fine il partito di Conte, assieme agli ex grillini di Alternativa, ha tenuto il punto facendo slittare alla prossima settimana il provvedimento che stanzia 17 miliardi di euro in favore di famiglie e aziende alle prese con la crisi energetica.
In realtà, le principali forze politiche sono tutte d'accordo sulla necessità di garantire i rimborsi a imprese e cittadini. "Quello delle coperture è un problema che deve risolvere il ministero", diceva ieri al Giornale.it, Antonio Misiani, senatore del Pd e componente della commissione Bilancio del Senato. "Riteniamo assolutamente scorretto che il Mef si trinceri dietro la presunta insindacabilità delle circolari dell'Agenzia delle Entrate per realizzare un risparmio pubblico, oltretutto a spese delle imprese e dei meno abbienti", osservava anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli. La Lega e Fratelli d'Italia sono dello stesso avviso.
La posizione del centrodestra è riassunta nel programma di governo che chiede la "salvaguardia delle situazioni in essere" riguardo i bonus edilizi, pur insistendo su un "riordino degli incentivi". Forza Italia, nello specifico, propone di rendere "strutturale" la normativa sugli incentivi edilizi dopo una "razionalizzazione e semplificazione della normativa". Gli emendamenti azzurri al dl Aiuti Bis, non a caso, chiedono una semplificazione del meccanismo della cessione dei crediti.
Anche la Lega spinge per rendere la misura più "coerente e applicabile" e nell'immediato sta lavorando, anche con il sottosegretario al Mef, Federico Freni, per garantire lo sblocco delle cessioni dei crediti. L'emendamento presentato dal capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Bilancio al Senato, Nicola Calandrini, invece, chiede di cancellare la "responsabilità solidale per il cessionario del credito, ovvero le banche o le imprese che applicano lo sconto in fattura" introdotta dal governo.
Il centrosinistra, con Pd, Europa Verde e Sinistra Italiana, chiede correttivi per il superbonus, sulla linea tracciata da Draghi, anche se nel programma non se ne parla. "Come tutti siamo tempestati da mail di cittadini molto preoccupati quindi chiediamo che il governo si faccia carico di questo per sbloccare la cessione del credito che riguarda migliaia di famiglie ed imprese che al momento sono appese ad un filo e rischiano di saltare", aveva però insistito ieri il Dem Misiani.
Per il Movimento 5 Stelle il superbonus è diventato una bandiera, tanto che la mossa di non ritirare gli emendamenti per discutere la questione nel prossimo decreto, ad esempio l'Aiuti Ter, è valsa ai grillini l'accusa di fare campagna elettorale sulle spalle di imprese e famiglie vittime del caro bollette. Le proposte del Movimento sul tema sono varie. Tra queste c'è quella di "stabilizzare il meccanismo che ha decretato il successo del Superbonus" ed "estenderlo ad altre agevolazioni", oltre a "sbloccare e far circolare i crediti d'imposta per evitare il fallimento delle imprese".
Silenzio sull'argomento, invece, dal Terzo Polo, che probabilmente sul tema sposa la linea Draghi, non esattamente un fan della misura.
Gli ultimi dati dell'Enea oggi parlano di un carico di detrazioni previste per lo Stato di 47 miliardi di euro, segno che l'agevolazione continua a riscuotere un successo enorme. A dimostrarlo sono i numeri: dai 16,2 miliardi di investimenti ammessi a detrazione a fine dicembre, si è passati ai 30,6 miliardi di fine maggio, fino ai 43 mila di agosto.
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