Nei primi otto giorni da vincitrice Giorgia Meloni ha deciso di adottare un atteggiamento molto istituzionale, di grande equilibrio e di compostezza. Un comportamento che ha colto di sorpresa la sinistra, che invece si aspettava chissà quale reazione dopo il trionfo alle elezioni. Nella galassia rossa i rosiconi non mancano e continuano a sfoderare i soliti ritornelli anche dopo la chiusura delle urne. Evidentemente il giudizio nettissimo degli elettori non è servito per far riflettere i soloni rossi.
Lerner attacca la destra
Non poteva mancare la presa di posizione di Gad Lerner, ospite di Non è l'arena su La7, secondo cui il risultato emerso domenica 25 settembre rappresenta un passaggio fondamentale della storia. È facile intuire l'andazzo del suo discorso che, guarda caso, finisce proprio in quella direzione: "È il ritorno della destra-destra al governo, pieno, da protagonista. Avendo quel passato, perché quello è il passato: il post-fascismo". E, state attenti, questa non è un'opinione personale di parte ma "un fatto". Certamente.
A quel punto Massimo Giletti, conduttore della trasmissione, lo ha incalzato con una domanda diretta: con il prossimo governo sarà davvero a rischio la democrazia nel nostro Paese? Ma la risposta di Lerner non è stata altrettanto chiara. Il giornalista si è addentrato in un preambolo largo: ha citato il Brasile, gli Stati Uniti, l'ultimo discorso di Vladimir Putin. Per poi arrivare a una domanda (retorica) finale: "Quindi perché l'Italia sarebbe l'unica isola felice dove la libertà è data per scontata in eterno?". Tradotto: teme una deriva pericolosa.
La replica di Sallusti
A replicare alle parole di Lerner è stato Alessandro Sallusti, direttore di Libero, che ha messo in riga tutti coloro che continuano a tirare in ballo la storia del fascismo ogni volta che si parla di Giorgia Meloni per tentare di screditarla sul piano personale: "Perché dobbiamo dire che la Meloni è figlia di quella roba lì? Cosa c'entra? Siete ossessionati". E ha tirato un'altra stoccata a Lerner: "A sentire Gad sembra che essere di destra sia un reato".
In effetti la narrazione della sinistra funziona in questo modo: guardare con sospetto chi sostiene la destra, avanzare delle teorie come se un elettore di Fratelli d'Italia – ad esempio – dovesse giustificarsi e mettersi al riparo da un danno morale. La domanda sorge spontanea: perché fare i conti con il passato è un atto richiesto solo alla destra? Per quale motivo la sinistra si sente chiamata fuori da tutto ciò? "Il passato non deve contare né per la destra né per la sinistra. Siamo nel 2022. Vedremo come sarà capace di governare questa destra. Ma io non sento in giro per il Paese il timore di perdita delle libertà", ha concluso Sallusti.
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