Sabino Cassese disegna la mappa della crisi( spaventosa) della politica e della democrazia. E quindi, soprattutto, dei partiti, o di quello che ne è rimasto.
Cassese non dice, ma lo pensa sicuramente, che è anche colpa nostra, di chi si ritira, di chi si volge dall'altra parte( la politica no!), di chi scrive sui giornali, di chi alimenta il dibattito televisivo, le liti, il pregiudizio, di chi tifa senza pensare, di chi sta in casa sulla poltrona, di chi insulta sui social, di chi ha votato in massa coloro che non volevano la politica, di chi pensa che devono far politica coloro che prima, mai, avevano fatto politica, di chi considera il Parlamento una fogna e i partiti storici, del passato, delle associazioni malavitose.
Quindi, prima dei numeri e dei dati di Cassese, nessuno si senta escluso, "siamo tutti coinvolti" direbbe De Andre, ecco:
1. il 25 per cento degli italiani sopra i 14 anni non partecipano, in nessun modo, alla vita politica. E solo il 10% del restante 75%, lo fa attivamente;
2. ne consegue, che oltre il 90% degli italiani sono poco interessati o il loro interesse si limita al tifo. Variabile.
3. solo 1.4 milioni di italiani versano il 2 per mille ai partiti,
4. la politica, quindi, che dovrebbe essere progetto e programma, si limita a "gestire", questo "mercato" di "elettori bambini", di "tifosi", con bisticci e inventive;
5. Senza partecipazione attiva. Gli iscritti ai partiti sono il 10 per cento di 50 anni fa circa;
6. I partiti che erano, per la Costituzione e nella realtà, i pilastri della democrazia, non hanno più democrazia interna, non fanno congressi, non formano le classi dirigenti, i candidati, li cercano all'esterno;
7. Sono un insieme di tante correnti, più o meno organizzate, tante correnti nessun partito;
8. I partiti sono solo, ormai, piedistalli del leader, spesso subito "professionisti della politica" senza alcuna competenza politica;
9. Solo 30 mila persone votano( la democrazia diretta…) nei 5 stelle. Su 33% di voti, 10.5 milioni di elettori;
Questa è la fotografia, nitida, vera, di Cassese.
Questo, secondo me, è il risultato di 30 anni di antipolitica e antiparlamentarismo.
Nel contempo, però, vedo nascere, scuole di politica, associazioni, movimenti civici, liste civiche, impegni individuali e collettivi, giornali, siti, chat, alcune volte sorprendenti.
Vedo delle "lucciole" proprio in questi giorni.
Ma tutto questo non entra nei partiti.
Bisogna entri nella vita politica.
Si deve trasformare in politica.
È la scommessa e la speranza che ho, per vincere lo sconforto.
Sergio Pizzolante