Il teatrino della politica, diceva Berlusconi.
Quella attività minore, di rappresentazione del nulla, di recite mediocri, di saltimbanchi modesti, di buffoni.
Di un piccolo teatro dell'assurdo.
Degli inventori di partito, per il nostro bene.
La seconda repubblica. Tutto in minuscolo.
"Tra tutti gli assuefatti della nuova razza
E chi si inventa un bel Partito
Per il nostro bene
Sembra proprio destinato
A diventare un buffone".
Diceva Gaber.
Ecco. Eccoli.
Provenzano, il vice di Letta, già inutile Ministro del Mezzogiorno, dice che la Meloni è fuori dall'arco democratico.
Una cosa stupida. Stupida davvero.
Non poteva fare un favore più grande alla Meloni.
La Meloni doveva difendersi da alcune performance di alcuni suoi esponenti politici, come quella del buon Fidanza.
Doveva dare spiegazioni. E invece Provenzano ha ribaltato tutto. Ore le spiegazioni deve darle lui. E il suo partito. Facendo di Giorgia una vittima della sua stupidità.
Provenzano, poi, voglio dirlo, non è diverso da Morisi, il seminatore d'odio di Salvini.
Poi vittima, lui stesso, della stessa logica, dei seminatori d'odio di Repubblica e Corriere della Sera.
Morisi si rifà alle tecniche di Arthur Finkelstein, l'inventore di Netanyahu, prima, di Orban e Trump,poi: attaccare addosso al nemico una etichetta, sulla base di una menzogna, e picchiare forte.
Allarme, son fascisti. Tutti. A destra. O quasi.
Sono trenta anni che il Pd nasconde la propria inconsistenza politica e programmatica dietro le etichette che costruisce sugli altri: ladri, mafiosi, fascisti.
Provenzano non sa chi sia Finkelstein, ma ha ancora nel sangue Stalin, evidentemente, forse inconsapevolmente, che sulla menzogna ha costruito un regime.
Però, anche Meloni e Salvini, dai.
La libertà dal vaccino.
La libertà dal Green Pass.
La libertà dall'Europa.
La libertà di Forza Nuova.
La libertà di Forza Nuova di esistere.
Minchia! Direbbe sempre Gaber.
Imbarazzante!
Dal teatrino al piccolo circo.
E chiedo scusa alla nobile categoria dei circensi. Del grande Circo.
Li i buffoni e i pagliacci sono artisti veri.
Sergio Pizzolante