Sono quelle notizie, rare, che ti rendono felice.
Molto felice.
L'Ambrogino d'oro premia i milanesi migliori. I non milanesi che amano o hanno amato Milano. Coloro che hanno onorato Milano.
Che l'hanno fatta grande.
I cittadini benemeriti che sono nati a Milano o che hanno scelto Milano.
E l'hanno portata nel mondo.
Ecco.
Quest'anno Milano premia Carlo Tognoli, alla memoria.
È una notizia bellissima e tristissima.
Carlo avrebbe meritato, ampiamente meritato, questo onore in vita.
Dopo decenni di dispiaceri, provocati dalla Milano peggiore.
Ma va bene.
Anche perché, con Carlo, è stato premiato Gianni Cervetti, storico dirigente comunista migliorista. Il capo dei riformisti del PCI milanese. Il miglior PCI possibile.
Tognoli e Cervetti e Milano( con Craxi), rappresentano, per me, il meglio che poteva essere. Il riformismo, concreto, illuminato, idea di progresso capace di incontrare la realtà.
Innovazione, stile, elevazione dei meriti, soccorso ai bisogni, fabbriche, tecnologia, asili, anziani, giovani. Futuro. Futuro.
Tradizione che diventa ricca, bella, perché si nutre delle innovazioni che furono.
Le sublima.
Ecco.
Per la Milano peggiore, per l'Italia peggiore, Tognoli e Cervetti e la Milano riformista erano il "sistema" corrotto di Tangentopoli. Un'infamia!
L'Ambrogino d'oro arriva in contemporanea con il fallimento manifesto di Mani Pulite.
La Procura in pezzi. "Si arrestano fra di loro".
Si respira un po'.
Poi Franco Baresi.
Avevo due miti negli anni 80. La Milano di Craxi e Tognoli, il Milan di Baresi. Ambrogino anche a Baresi. A Franz!
Posso non essere felice?
Daniela Mainini, Presidente del Centro Studi Grande Milano. Si ispira all'opera di Tognoli.
Una eccellenza che fonda le sue radici nello spirito del riformismo milanese. Che coltiva la "milanesita": lavoro, impresa, innovazione, progresso, stile, cuore.
Ambrogino anche per Daniela.
Posso non essere felice?
Sergio Pizzolante