Roma, 4 marzo. "Excusatio non petita accusatio manifesta. La fretta con cui il grillino Giuseppe Brescia si è affrettato a negare che si parli di Jus soli nel testo unificato della riforma della cittadinanza presentato in Commissione Affari costituzionali sta lì a dimostrare che lo Jus scholae non è altro che il grimaldello per introdurre surrettiziamente lo Jus soli. E non a caso registriamo la soddisfazione dichiarata dal PD che tenta da anni di introdurre la cittadinanza facile per tutti. Torniamo a manifestare il nostro totale disaccordo. Questa materia ha implicazioni profonde e non può essere governata sulla base di strumentalizzazioni ideologiche o su slogan che i sostenitori della cittadinanza a tutti e in fretta cercando di far passare come verità assolute. E' evidente che si tratta di un 'falso diritto'. Nel nostro Paese i diritti economici, sociali e civili sono già riconosciuti a tutti, cittadini e non cittadini, solo i diritti politici (il diritto di voto) appartengono esclusivamente a chi ha lo status di cittadino. Crediamo che la concessione della cittadinanza debba arrivare solo dopo un percorso vero di integrazione che significa riconoscersi nelle tradizioni, nella cultura e nell'identità di un Paese, condividendone i valori fondanti. Non sono certamente cinque anni di scuola che possono dare queste consapevolezze e non comprendiamo per quali ragioni questi ragazzi non possano attendere fino al compimento del diciottesimo anno quando possono chiedere la cittadinanza senza alcun problema".
Così in una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone.