L'altra notte i pescatori sono ritornati in mare, dopo una settimana nella quale avevano rinunciato a lavorare a causa per costo del gasolio che era quasi triplicato nel giro di un paio di settimane. Un'impennata solo in parte giustificabile con la guerra in corso in Ucraina. La carenza di pesce fresco dell'Adriatico da servire, a seguito di un'adesione allo sciopero in massa in tutta Italia, si era fatto sentire parecchio nell'ultimo week end, innanzitutto nelle pescherie e nei ristornati. Così ieri, alla ripresa della pesca e fin dallo sbarco nel primo pomeriggio i prezzi di vendita battuti all'ingrosso sono stati particolarmente salati. Un rialzo che non ha compensato ma ha un po' alleviato l'impennata dei costi del carburante necessario a portare in mare i pescherecci e trainare le reti a strascico e pelagiche "a volante" per il pesce azzurro. Il ritorno in mare è stato pressoché generalizzato in tutto le marinerie adriatiche da Trieste, Caorle, Pila, Chioggia, fino a Porto Garibaldi, Cesenatico e Rimini, e poi Ancona, Civitanova...Corriere Romagna