Salvo ribaltoni degli ultimi giorni, il centrodestra si confermerà la coalizione verso cui gli italiani nutrono maggiore fiducia. È quanto emerge dagli ultimi sondaggi, che continuano a fotografare lo schieramento di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia come quello con più consensi nel nostro Paese. Una quantità così alta di voti da sfiorare il 50%. Si mette male invece per la sinistra, i cui tentativi della disperazione vengono bocciati dagli elettori.
Cresce FdI, cala il Pd
In tal senso l'ultima rilevazione di Tecnè parla in maniera chiarissima. Il partito che può vantare più preferenze rimane Fratelli d'Italia, con il 24,3% sia alla Camera (+0,1%) sia al Senato. Segue il Partito democratico, rispettivamente al 23,5% (-0,3%) e al 23,4% (-0,5%). Completa il podio la Lega, che a Montecitorio viene data al 12,9% e a Palazzo Madama al 13% (-0,1% in entrambi).
Supera la soglia del 10% Forza Italia, che è stabile alla Camera all'11,4% e al Senato all'11,3%. Più staccato il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che sale dello 0,4% dopo settimane di tendenza negativa: i grillini alla Camera si attestano al 10,2%, mentre al Senato al 10,1%. Numeri non entusiasmanti per il polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda: l'asse tra Italia Viva e Azione non va oltre il 4,8% a Montecitorio e il 4,9% a Palazzo Madama.
Concludono poi le formazioni politiche con minore consenso: Verdi-Sinistra italiana (3,7% e 3,6%), +Europa di Emma Bonino (2,8% e 2,9%), Italexit di Gianluigi Paragone (2,7%) e Noi con l'Italia-Italia al centro (1,2%). I consensi degli altri partiti ammontano al 2,5% per la Camera e al 2,6% per il Senato. La stima dei votanti è del 62%, in aumento dello 0,8% rispetto al 10 agosto.
Il centrodestra vola
Interessante il dato relativo alle intenzioni di voto all'uninominale. Su questo fronte il centrodestra vola e sfiora la quota del 50%: la coalizione composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e moderati di centro è al 49,8% sia alla Camera (+0,1%) sia al Senato. Invece la sinistra deve fare i conti con un divario pesantissimo: l'ammucchiata composta da Pd, Verdi-Sinistra italiana e +Europa non va oltre il 30% a Montecitorio (-0,6%) e a Palazzo Madama si ferma al 29,9% (-0,7%).
Gli elettori non hanno gradito lo show offerto dalla sinistra, che per tentare di arginare il centrodestra ha partorito un'ammucchiata raffazzonata all'ultimo momento. Il caos regna sovrano: prima Letta ha stretto la mano a Carlo Calenda, che però alla fine si è sfilato e ha lasciato il segretario del Partito democratico con Verdi, Sinistra italiana, +Europa e Impegno civico di Luigi Di Maio. Il bluff è evidente: ognuno correrà con il proprio programma, dunque non ce ne sarà uno condiviso. Le divergenze in partenza, già prima delle elezioni, sono una delle cause che porteranno gli elettori a punire l'accozzaglia rossa.
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