Ospite di Radio Capital, Silvio Berlusconi ha dato la conferma definitiva della sua candidatura al Senato: "Ho accolto la richiesta di essere candidato in prima persona, guiderò la campagna con la stessa dedizione di quando sono sceso in campo 28 anni fa". Un impegno generoso da parte del Cavaliere, che però non ambisce alla presidenza del Senato: "Escludo la presidenza del Senato nel modo più assoluto".
La decisione di tornare a Palazzo Madama, però, non è una rivincita personale per il Cav: "Non penso alle vendette, allora è stata la sinistra, io avevo una sentenza di frode fiscale di 7 milioni, quando avevo pagato 550 milioni di tasse. Hanno utilizzato la legge Severino in modo contrario alla Costituzione". Il presidente di Forza Italia, quindi, ha parlato delle riforme che verranno portate avanti se verrà eletto un governo di centrodestra e, tra queste, c'è anche il presidenzialismo, misura sostenuta da tempo dai partiti della coalizione: "Il presidenzialismo esalta la democrazia in Francia e Stati Uniti. Non è possibile quello che è successo in Italia, che dopo il mio governo non c'è stato alcun governo eletto dal popolo. Se entrasse in vigore il presidenzialismo, Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe essere eletto di nuovo". E su una sua ipotetica candidatura al Quirinale, Berlusconi ha preferito non andare troppo avanti: "Restiamo alle cose attuali".
Sulla flat tax, poi, il leader di Forza Italia ha ribadito la sua forza, ricordando che "ci sono 57 Paesi che adottano la flat tax: Russia, Albania, Hong Kong... Alla Russia la consigliai io stesso". Il Cavaliere la considera una soluzione vincente per il sistema italiano: "Nell'esperienza dei Paesi stranieri che l'hanno adottata, ha dimostrato di essere uno strumento più efficace per lo sviluppo, l'occupazione e le opportunità per tutti oltre a far aumentare le entrate per lo stato". La pace fiscale e la flat tax, presenti nei programmi del centrodestra "non sono ipotesi alternative fra loro. Si tratta di far recuperare allo Stato quello che può recuperare e aprire una fase nuova con un diverso rapporto di fiducia tra contribuente e Stato". Ma Silvio Berlusconi guarda a tutto tondo e ipotizza anche una misura sul rientro dei capitali dall'estero: "Ma non conosco la proposta e la devo ancora esaminare. Certo se è una cosa giusta raggiungeremo l'accordo". Il governo che verrà dovrà gestire anche i fondi del Pnrr, sul quale incide anche il peso politico europeo di Silvio Berlusconi: "Ho fatto di tutto per convincere gli amici europei, del partito popolare, ho ricevuto rassicurazioni che poi hanno portato al piano di recovery".
Dedicando una battuta anche all'accordo del Terzo polo, Silvio Berlusconi ha fatto notare che "Calenda e Renzi non sono nel cuore degli italiani" e per questo motivo non "possano sottrarre voti a FI".
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