Anche Beppe Grillo, e non da oggi, si è reso conto dell'inconsistenza politica e dello scarso appeal di Giuseppe Conte sull'elettorato grillino. D'altronde, lo dimostrano i fatti, ossia che il Movimento 5 stelle nei sondaggi galleggi attorno all'11% delle preferenze. Temendo di entrare in parlamento a settembre e di contare quanto il due di coppe quando briscola è bastoni, il garante del M5s sta tentando il tutto per tutto per portare di nuovo in campo Alessandro Di Battista. Il leader politico non pare essere molto d'accordo del ritorno dell'irriducibile pasionario della prima ora, ma anche in questo caso l'Elevato non sembra disposto a contrattare.
La carta Dibba
Secondo il retroscena rivelato da il Messaggero, infatti, Beppe Grillo sarebbe pronto a candidare il suo pupillo da esterno. Dibba, infatti, non essendo iscritto da oltre 6 mesi alla piattaforma online al momento dell'elezione, non sarebbe candidabile. Tuttavia, nello statuto del M5s è prevista un'eccezione per un ristretto numero di esterni che possono essere messi in lista. Sono in tanti ad appoggiare questa mossa di Beppe Grillo e a considerare Di Battista come l'unica carta al momento giocabile per sperare di recuperare terreno nei sondaggi e, quindi, voti il 25 settembre. Certo, qualche dubbio nel M5s sul "fattore esterni" viene mosso visto come è andata nel 2018, quando gli eletti in quella quota, tra i quali Gregorio De Falco, sono stati tra i primi ad abbandonare il Movimento. Ma Alessandro Di Battista difficilmente potrebbe tradire il M5s: di questo, Beppe Grillo, sembra esserne certo. I più maliziosi si domandano se questa non sia una mossa per scippare il Movimento a Giuseppe Conte, considerando anche il fatto che Dibba ha molti fedelissimi tra le fila del partito. Una congettura nemmeno troppo ipotetica, visto che dietro l'irremovibilità di Grillo alle deroghe al secondo mandato c'è anche il fatto che questa sia stata una conditio sine qua non di Dibba per tornare, nonostante le richieste di Conte.
No al nome di Conte nel simbolo
E un'altra mossa che lascia intravedere una ferma presa di posizione di Beppe Grillo contro il leader politico del M5s è la decisione dell'Elevato di non cambiare il simbolo inserendo il nome di Giuseppe Conte. Grillo "non vuole personalismi", dicono fonti molto vicine all'Elevato. L'unica eccezione risale agli albori del Movimento, quando nel marchio elettorale figurava la scritta beppegrillo.it, ma erano altri tempi, quando il blog del comico genovese era l'unica finestra sul mondo 5 Stelle. Con buona pace di Giuseppe Conte che, però, probabilmente sta ottenendo delle aperture sulla questione parlamentarie. Si va verso un allargamento delle maglie, dopo giorni in cui il garante voleva tenere intatte le vecchie regole. E invece pare che Grillo sia ora pronto a cedere sia sui capilista, lasciando a Conte la possibilità di indicarli, sia sul principio di territorialità, vale a dire la vecchia regola grillina per cui ci si candida nelle file del Movimento solo nella propria regione di residenza.
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