La sinistra ci ha ormai abituati: prendere una dichiarazione di un esponente del centrodestra, travisarne il contenuto e lanciare l'allarme estremismo. Una classica operazione di demonizzazione, una macchina del fango che non si è mai interrotta. E così anche la difesa di Dio, Patria e famiglia diventa motivo di terrore, come se i fautori fossero pericolosi sovversivi. Un concetto rivendicato da Giorgia Meloni, che non ha rinnegato quanto afferma ormai da anni.
Il ruolo dei conservatori
La presidente di Fratelli d'Italia ha rilanciato la volontà di essere conservatori europei, guardando ai temi del presente e del futuro senza però abbandonare pilastri storici del passato. Da qui la decisione di definirsi con orgoglio conservatori: "Significa innanzitutto sentirsi eredi. Avere cioè la consapevolezza storica di ereditare una tradizione, una cultura, un'identità e un'appartenenza".
Dunque l'obiettivo, ha spiegato al Corriere della Sera, è quello di declinare l'eredità del passato agli scenari che si presentano. Farsi cioè promotori di quel bagaglio di tradizioni e cultura che la storia ha lasciato. Ecco perché la Meloni non intende assolutamente smarcarsi dal concetto di Dio, Patria e famiglia: "Non è uno slogan politico ma il più bel manifesto d'amore che attraversa i secoli. Affonda le sue radici nel 'pro Aris et Focis' di Cicerone: 'l'altare e il focolare' che da sempre fondano la civiltà occidentale".
L'affondo contro la sinistra
In questi primi giorni di campagna elettorale la sinistra ha fatto ricorso alla sua solita arma politica: tentare di spaventare gli italiani, agitando lo spettro del ritorno del fascismo e di una strada estremista che il Paese si troverebbe a percorrere. Nulla di nuovo. Ma la Meloni ritiene che questo potrebbe rivelarsi un assist a favore del centrodestra, visto che ormai gli italiani hanno compreso "quanto la sinistra cerchi di scappare dalle sue responsabilità accusando gli altri di cose assurde".
L'auspicio della presidente di FdI è che la campagna elettorale sia fondata su uno scontro sano, sui programmi e non sui personalismi. Forse un'utopia, anche perché a sinistra sono ancora in alto mare e non hanno ben chiaro come gestire l'alleanza. Veti reciproci, divergenze profonde e litigi quotidiani nel fronte rosso sono il motivo di toni così alti e timorosi da parte del centrosinistra.
La Meloni è convinta che da tempo la sinistra ha deciso di adottare una strategia ben precisa: non affrontare a fondo le questioni, limitandosi a delle superficialità ed evitando un confronto approfondito perché evidentemente "si sente particolarmente debole". Infatti il ritornello di fascismo e antifascismo è sinonimo di debolezza, come se non ci fossero altri punti da affrontare. "Credo che abbia stancato gli italiani sia di centrodestra che di centrosinistra", ha assicurato la Meloni.
Infine la numero uno di Fratelli d'Italia ha denunciato il trattamento riservato da alcune testate giornalistiche che, specialmente in questi giorni, non si sono esentate dal prenderla di mira. Nello specifico ha lamentato "la faziosità e il provincialismo" mostrato da una certa stampa. Il che viene ritenuto un danno "non soltanto a Giorgia Meloni ma all'Italia, che viene sempre trattata come una Nazione anomala da mettere sotto tutela".
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