Il grande sconfitto di queste elezioni è il Partito democratico, che non ha raggiunto nemmeno il 19% delle preferenze, rischiando di essere superato perfino dal Movimento 5 stelle che tutti davano per spacciato. Si ipotizzava il 27% per il partito di Letta solo pochi giorni fa, è stata una notte amara dalle parti del Nazareno. Una debacle su tutta la linea per Enrico Letta, che già da ieri sera ha dovuto fare i conti con una realtà che, evidentemente, è ben diversa da quella che si prefigurava. La sua gestione della campagna elettorale, completamente sconclusionata e senza obiettivo, portata avanti con la sola idea di demonizzare il centrodestra, alla fine ha chiesto il conto al Pd, alla sua sconfitta più cocente dal 2007.
Enrico Letta, ieri, non si è presentato in conferenza stampa, ha preferito mandare avanti Deborah Serracchiani in evidente imbarazzo. Stamattina non ci sono dichiarazioni di Enrico Letta sui giornali, la sua conferenza è prevista per le 11 e non si sa ancora quello che dirà, dopo aver avuto un'intera notte, probabilmente insonne, per pensarci. In tanti, all'interno del suo stesso partito, sono pronti a chiedere la sua testa. Ma cosa farà, ora il segretario dem? Scapperà dalle macerie del partito che ha contribuito a distruggere o tenterà in qualche modo di rimettere insieme le fila? Il congresso è previsto tra febbraio e marzo ma sono tanti i dubbi circa la capacità di Letta di resistere per altri 5 mesi alla guida di un partito a brandelli. Base riformista, il corrente più spostata a sinistra è pronta a chiedere il congresso anticipato.
Nelle retrovie, come spiega il Corriere della sera, c'è già chi scalpita per sostituirlo mentre Goffredo Bettini muove le fila di una corrente che da sempre non ha visto di buon occhio l'arrivo di Enrico Letta. Andrea Orlando pare ci stia pensando, ma a questo giro vorrebbe certezze dopo la debacle di anni fa, quando tentò di strappare senza riuscire la segreteria a Matteo Renzi. Ma c'è anche Beppe Provenzano che scalpita nelle retrovie. Bettini, che da sempre è il "maestro di scacchi" del Pd, starebbe anche pensando all'effetto sorpresa con Elly Schlein, che però è un'ipotesi non particolarmente apprezzata nel partito, che per quanto si dica moderno e aperto al futuro, sembra non gradire una giovane donna alla sua guida. "Così andremo direttamente al 14 per cento, cioè saremmo come un partito alla Fratoianni ma con più consensi", dice qualcuno sottovoce.
Ma il nome che più di altri sembra destinato a succedere a Enrico Letta è quello di Stefano Bonaccini. Il governatore dell'Emilia Romagna da tempo scalpita nelle retrovie, anche se finora ha sempre negato di voler fare le scarpe a Letta. Ma se fosse lui a rinunciare, allora lo scenario cambierebbe radicalmente e aprirebbe le porte anche al possibile arrivo di Dario Franceschini alla segreteria.
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