"Se le cose in Italia andranno male, abbiamo gli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria": queste le parole di Ursula von der Leyen sulle elezioni italiane a tre giorni dal voto. Affermazioni che hanno scatenato una bufera sui social network e che non sono state accolte di buon grado da molti politici, a partire da Matteo Salvini. Il giudizio del segretario federale della Lega è tranchant: "Sono parole disgustose".
La rabbia di Salvini
Le dichiarazioni della presidente della Commissione Ue suonano come una minaccia, come un avvertimento. A prescindere dall'esito del voto, l'ex titolare della Difesa di Berlino ha voluto mandare un messaggio al governo: ci sono dei paletti da rispettare, noi siamo i guardiani. E, come anticipato, Salvini è andato su tutte le furie.
Le parole di von der Leyen "suonano di minaccia", il giudizio del leghista ai microfoni di Radio Capital: "Si preoccupi di mettere un tetto al prezzo del gas. Sono parole disgustose, il tono minaccioso è inaccettabile. Non può permettersi di influenzare, di ricattare gli italiani sul voto".
Dello stesso tenore l'intervento ai microfoni di Mattino Cinque. "Una squallida minaccia, un'invasione di campo non richiesta", il j'accuse di Salvini. L'ex ministro dell'Interno ha ricordato che la von der Leyen rappresenta tutti gli europei e il suo stipendio è pagato da tutti noi: in una sola parola, è inammissibile. E la Lega è pronta a contrattacco: "Il nostro gruppo parlamentare presenterà una mozione di censura. Domenica votano italiani non i burocrati di Bruxelles, se io fossi il presidente della Commissione Ue mi preoccuperei delle bollette".
Le reazioni social
"Le ingerenze della von der Leyen a tre giorni dal voto vanno bene?", si chiede Alex Bazzaro, un chiaro riferimento alle tanto chiacchierate ingerenze russe. Molti esponenti del Carroccio hanno stigmatizzato il monito della von der Leyen, l'europarlamentare Marco Zanni invoca delle scuse: "Capisco che l'interlocutore medio italiano con cui sono abituati a parlare è piddino, quindi prodigo delatore del suo paese all'estero, ma lezioni di democrazia da lei mai".
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