L'eterno ritorno sta diventando l'eterno errore.
Per un periodo della mia vita ho pensato che l'interesse di Berlusconi a scendere in campo e giocare da leader politico, corrispondesse all'interesse dell'Italia.
Non solo lo pensavo, vi ho militato, sino a diventare Deputato. Di Berlusconi, sino alla rottura, con Berlusconi.
Di che interesse parlo.
Tangentopoli è stata una rivoluzione falsa.
Orribile, sotto ogni punto di vista. Umano, politico, democratico. Da lì in poi sono stati sradicati dalla mente e dal cuore degli italiani i valori concettuali della democrazia, della libertà, della politica, delle comunità politiche, delle storie politiche, del pensiero politico, dei partiti, dei corpi intermedi.
Da lì in poi l'Italia ha subito un rovescio della storia. Le culture politiche che hanno vinto, dopo il crollo del Muro di Berlino, in Occidente, in Italia, hanno perso. Crollava il muro comunista in Europa, i post comunisti in Italia andavano al governo, affidandosi al potere giudiziario, alle Procure, spazzando via, come criminali, le forze liberali, socialiste, cattolico liberali.
Berlusconi scendeva in campo contro tutto questo.
Ridava una casa a quelle culture e a quelle storie. Nel suo interesse. Certo. Ma corrispondeva al mio. E a quello del Paese. In quel momento. Pur con tutti i limiti. Tutti evidenti.
Su questo non ho alcun dubbio.
Questo era il tema.
Ma nello svolgimento, ci sono stati molti errori.
Alcuni, non pochi, indotti da una aggressione giudiziaria e mediatica barbara. Senza dubbio.
Però, però, doveva fare, dovevamo fare, la riforma della giustizia, del fisco, della burocrazia, a qualsiasi costo. Ad ogni costo.
Non doveva, passare dal trionfo di Onna, "io sono un partigiano", alla casa di Noemi.
Alle olgettine, ai venditori di donne, alla miseria degli impresari ricattatori e dei giornalisti adulatori.
Doveva accettare la Grazia di Napolitano.
Non i consigli o i ricatti morali di Ghedini.
Doveva dare retta ai suoi uomini migliori, gli Alfano e i Cicchitto, non ai peggiori, i Verdini e i Tajani.
Oggi sbaglia ancora, consigliato dai peggiori che hanno sostituito i peggiori.
Rifà l'alleanza con i sovranisti e i nazionalisti. Per una legge elettorale maggioritaria, che uccide, definitivamente, Forza Italia.
Lasciando soli, ancora una volta, i suoi ministri. Come 10 anni fa.
Mettendosi a distanza di Draghi che sarebbe più suo che di altri.
E abbracciando Salvini e Meloni, nel giorno in cui perdono.
Per l'imbroglio della promessa di un Quirinale che non può esserci.
Sergio Pizzolante
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