L'accordo annunciato per risolvere la cosiddetta 'questione balneari' è la sconfitta della politica. Almeno quella alta, a cui immaginiamo sempre di affidarci quando in ballo ci sono i destini di imprese e lavoratori, nel nostro caso di famiglie che hanno speso la loro vita facendo questo mestiere.
L'accordo, non è un accordo in realtà, perché mancano i pezzi fondamentali, ossia la definizione di ciò che compone un accordo.
La politica ci ha consegnati nelle mani dei tecnocrati del Governo. Quando questi signori metteranno mano ai decreti attuativi, avranno delle linee guida che non coincideranno con quelle di tutelare imprese e lavoro, nonché una componente fondamentale del modello turistico che rappresenta un valore assoluto per il Paese.
Qualche giorno fa dicevo che ci sentiamo nel tritacarne. È proprio così. Serve infiocchettare un pacchetto di norme per onorare gli impegni presi con l'UE e ottenere i sacrosanti fondi del PNRR. E noi balneari siamo dentro a quel pacchetto, privi di diritti e dimenticati dalla politica.
Ci eravamo illusi che ci fosse una 'botta di orgoglio' della politica. Tempo perso. Ci attendono sulla spiaggia mesi difficilissimi e complicati anche da gestire.
Mettere una impresa nella totale incertezza, prefigura una situazione nella quale sfiducia e malcontento prevalgono. Non è il miglior viatico per i prossimi mesi.
Rimini, 27 maggio 2022
Ufficio Stampa: SMART Comunicazione
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