Venerdì è arrivata l'ufficialità: nessuna deroga al tetto dei due mandati. Ora il M5s deve fare i conti con altri addii eccellenti, parlamentari a caccia di una ricandidatura. Spesso per non tornare a lavorare. La base è spaccata, in molti temono un ulteriore crollo nei sondaggi in vista delle elezioni del 25 settembre. E Conte è sempre più solo: il leader continua a perdere pezzi, la strada è ormai segnata. Altri due esponenti di spicco del mondo grillino hanno confermato la fuoriuscita: parliamo del ministro Federico D'Incà e dell'ex capogruppo alla Camera Davide Crippa.
La notizia era nell'aria da diversi giorni, complici i rapporti ormai compromessi in seguito alla crisi di governo. D'Incà, giunto a fine corsa dopo due mandati, aveva biasimato la decisione di Giuseppi di mollare l'esecutivo guidato da Draghi. "Ho riflettuto molto in questi giorni sulle motivazioni e le conseguenze della caduta del Governo Draghi e non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio", l'annuncio odierno. Titolare dei Rapporti con il Parlamento, D'Incà ha ricordato che aveva spiegato nelle sedi M5s e anche pubblicamente i rischi "ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi", una scelta definita "irresponsabile" che ha cercato di evitare fino all'ultimo. Senza successo.
Ma, come sottolineato in precedenza, D'Incà non è l'unico big a salutare Conte. "Dopo ormai 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il M5S. Si tratta per me di un gesto molto sofferto e meditato a lungo", l'annuncio di Crippa ai microfoni dell'Agi. Il politico novarese, accostato nelle ultime ore al Partito Democratico, ha messo nel mirino i vertici pentastellati per aver scelto "la strada della rottura su tutti i fronti", anteponendo interessi particolari a quello generale del Paese.
Crippa ha ammesso di non comprendere più il progetto politico del M5s, a suo avviso troppo instabile e spesso contraddittorio. Il Movimento ha dimenticato la sua storia, secondo l'ex capogruppo alla Camera: "Non ho mai nascosto la mia divergenza di opinione con i vertici del movimento sulla gestione del mancato voto di fiducia al governo, che di fatto ha aperto una crisi poi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali". Ma non è tutto. Crippa ha lanciato l'allarme sulla strategia delineata dall'autoproclamato avvocato del popolo, che"volge repentinamente lo sguardo indietro, recuperando un'idea di politica estremista e barricadiera, dimenticando il lavoro che tutti hanno svolto e che siamo stati chiamati a portare avanti per sostenere l'azione di ben 3 governi con differenti apporti da parte delle forze politiche presenti in parlamento". Il M5s è ormai una polveriera, per Conte le brutte notizie potrebbero non finire qui: altri parlamentari grillini hanno la valigia pronta, destinati ad altri lidi. O meglio, ad altre candidature.
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