Le accuse, i sospetti, le strumentalizzazioni. La vicenda giudiziaria era subito diventata un pretesto per l'attacco politico. Un randello da agitare in campagna elettorale contro Fratelli d'Italia e la Meloni. Ma a poche settimane dalla sua deflagrazione, il "caso Terracina" si è già sgretolato: l'ex sindaca della località pontina, Roberta Tintari, è infatti tornata in libertà dopo l'arresto del 19 luglio scorso nell'ambito di un'indagine per ipotetici reati contro la pubblica amministrazione. Ora, a quanto si apprende, ben quattro dei cinque capi di imputazione contestati all'ex prima cittadina sono stati annullati dal tribunale del Riesame, che di fatto ha ridimensionato in maniera consistente l'impianto accusatorio.
A fronte degli incoraggianti risvolti giudiziari, l'ex sindaca di Fratelli d'Italia soffre però il fatto di aver dovuto pagare un prezzo altissimo: costretta a dimettersi dal suo incarico il 20 luglio scorso, Tintari era stata esposta alla gogna mediatica, soprattutto proveniente da sinistra. La vicenda, infatti, specialmente sui social era stata utilizzata per scagliare su Giorgia Meloni un ulteriore macigno, a pochi giorni dall'avvio della campagna elettorale. "Ho sentito il dovere di dimettermi per tutelare i miei familiari da tutto il fango che si è riversato anche su di loro. Il Tribunale del Riesame ha ora annullato l'ordinanza che ha disposto il mio arresto e, indirettamente, ha determinato il commissariamento del Comune di Terracina: ben quattro dei cinque capi di imputazione a me contestati per l'arresto, sono stati posti nel nulla dal Tribunale di Roma", ha affermato l'ex prima cittadina di Terracina, che per il momento dovrà rispettare l'obbligo di firma due volte alla settimana.
"Valuterò con i miei avvocati Massimo D'Ambrosio e Dino Lucchetti, non appena saranno depositate le motivazioni del provvedimento del Riesame, se ricorrere contro questa residua limitazione imposta alla mia libertà, ma resta il fatto che oggi posso affermare che il mio arresto è stato disposto illegittimamente", ha aggiunto Tintari, per la quale ora restano in piedi solo le accuse relative alla realizzazione di un ponte ciclopedonale grazie a un finanziamento europeo, progetto inizialmente partito per migliorare le aree di sbarco dei pescherecci, ma poi indirizzato verso una pista ciclopedonale.
Assieme all'ex sindaca erano state indagate complessivamente una cinquantina di persone, tra cui anche l'eurodeputato di Fdi, Nicola Procaccini. Ai domiciliari era finito anche il vicesindaco Pierpaolo Marcuzzi, anche lui di Fratelli d'Italia e pure lui poi scarcerato. "Ho gioito per l'amica onesta e pulita, per la collega attenta e disponibile in tanti anni di buona amministrazione insieme. Ma ho provato anche tanta amarezza perché, secondo i giudici del Riesame, la sindaca di Terracina non doveva essere arrestata e come lei tutti gli altri", ha affermato l'eurodeputato Fdi Procaccini, aggiungendo: "Tintari non solo è stata arrestata ma anche insultata, vilipesa, messa alla pubblica gogna da giornali nazionali e locali, dai blog e perfino dai social network".
"Al posto del sindaco, indotto a dimettersi per tutelare la propria famiglia, c'è adesso un commissario prefettizio che certamente svolgerà un ottimo lavoro al servizio della collettività, ma che la collettività non conosce e non ha mai votato. Continuo ad avere il massimo rispetto per la magistratura, anche per quella inquirente che ha il diritto e il dovere di indagare senza fare sconti nei confronti di chiunque", ha aggiunto l'europarlamentare, commentando forse uno dei risvolti politici più emblematici della vicenda. Infine, un'ulteriore polemica riflessione legata proprio ai riflessi indesiderati che il caso a avuto sempre sul fronte politico.
"La mia paura è che con questo andazzo soltanto i delinquenti saranno disponibili a candidarsi, non avendo nulla da perdere (...) In questa campagna elettorale la vicenda giudiziaria di Terracina è stata usata come una clava dalle sinistre per colpire Fratelli d'Italia. Non me ne stupisco e non mi scandalizzo più di tanto. Mi dispiace molto invece che non si tragga il giusto insegnamento civile dalla drammatica vicenda terracinese", ha aggiunto il parlamentare europeo.
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