Brividi, brividi, brividi. Mahmood e Blanco, con il loro motivetto sanremese, stavolta non c'entrano: in questo caso il ritornello è quello tutto politico e in grisaglia di Mario Monti. Non certo musica leggera. A meno di un mese dal voto, l'ex premier è infatti tornato in tv per lanciare frecciate al centrodestra e dirsi infastidito – al punto da rabbrividire – dalle ricette economiche di quella parte politica. L'economista, in particolare, si è detto contrario alla pace fiscale proposta da Matteo Salvini come misura per arginare l'evasione e favorevole invece a "intensificare" la guerra fiscale.
L'attacco dell'ex premier a Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia è stato esplicito. "Sono forze che, a differenza delle altre destre in Europa, sono contro la concorrenza e sono contro il rispetto dello Stato come bilancio dello Stato. In questa epoca di guerra, sentire invocare la pace fiscale in alcuni programmi elettorali mi fa semplicemente rabbrividire", ha affermato su La7 il professore, che ha invece rilanciato un approccio completamente differente: "Intensifichiamo quella guerra e portiamola a termine una buona volta".
Ma i brividi e le proposte dell'ex premier di certo non sembrano destinate a scalfire l'intenzione del centrodestra di agire in direzione opposta. Anzi: nelle scorse settimane lo stesso Salvini aveva rilanciato la rottamazione delle cartelle esattoriali come una priorità di governo. "Dopo due anni di pandemia e la guerra è doverosa un'operazione di pace fiscale e di rottamazione delle cartelle fiscali. Questa sarà una delle priorità economiche che porteremo nei primi 100 giorni in Consiglio dei ministri", aveva affermato il leader del Carroccio intervenendo alla Versiliana a Marina di Pietrasanta. E ancora aveva sottolineato: "Sono convinto che l'unico modo per abbattere l'evasione fiscale non sia il tetto del contante o la lotteria degli scontrini, ma è rendere possibile e conveniente abbassare le tasse".
Nei mesi scorsi, Monti aveva fatto la lezione all'Italia sullo spread ora invece le sue attenzioni si sono spostate quasi unicamente sul centrodestra, con tanto di indicazioni sul rapporto che un possibile governo dei moderati dovrà tenere nei confronti dell'Europa. "Moltissimo dipenderà dalle prime mosse. Bisogna accettare le regole del gioco, poi magari spingere per un cambiamento ma in generale senza avere un atteggiamento sprezzante che nel complesso ebbe il governo gialloverde", ha osservato l'ex premier, pronto a dispensare consigli (non richiesti) soprattutto da quando non risiede più a palazzo Chigi.
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