"La legge elettorale ha una parte maggioritaria – dice il leader del Pd Enrico Letta a Radio Capital -, per cui in un terzo dei collegi vince solo uno, il primo. Il che vuol dire che i piccoli partiti qui non possono eleggere nessuno. A me non piace questa legge ma questa è. Cancellare con un colpo di spugna immaginario questo non si può: il voto è o di qua o di là, o si vota per una destra con Meloni e Salvini oppure l'unica alternativa che possa competere siamo noi, è un fatto oggettivo".
"Non ho difficoltà a dire che da parte nostra sia più facile dialogare con Calenda e Conte che con Salvini e Meloni, vedremo quale sarà il risultato e poi dialogheremo con quelli con cui è più facile dialogare", ha aggiunto Letta rispondendo a chi gli chiede di possibili future intese post elezioni. "Il tema del dialogo si porrà dopo le elezioni ma ora la legge elettorale prevede che ci si schieri o di qua o di là, con il centrosinistra o con il centrodestra. I 5S hanno si sono autoesclusi facendo cadere il governo Draghi e alle elezioni vanno da soli", conclude.
"Lavoro, diritti, tasse: il voto è uno spartiacque, di qua o di là. Noi vogliamo dare agli italiani un'alternativa a chi crede che l'Italia governata da Meloni e Salvini sarebbe un arretramento". Letta ha sottolineato come la proposta del modello di famiglia dell'Ungheria di Orban sia lontana da quello al quale guarda il Pd e al quale guarda l'Europa.
Per il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a Rtl102.5: "Tra di noi alleati abbiamo linguaggi diversi. Tuttavia abbiamo deciso che il partito che avrà più voti esprimerà il presidente del Consiglio". "Il problema dei duelli in tv – ha detto ancora Berlusconi – non mi appassiona: sono scettico sui confronti in tv, spesso si trasformano in risse. Molto meglio che ogni leader illustri il proprio programma". "No, ora è il momento di dare una mano al mio Paese con queste elezioni", ha detto ancora il presidente di FI a Rtl102.5, rispondendo alla domanda se pensi ancora al Quirinale.
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