Tutto si può dire dell'ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, meno che non abbia fiducia nei propri mezzi. La sua ultima sfida è presentarsi alle elezioni. Ha già presentato il suo simbolo, Unione popolare, promettendo di "non dare tregua alla borghesia mafiosa, ai colletti bianchi che depredano il denaro pubblico cementificando il rapporto delle mafie con la politica, l'economia e le istituzioni, sottraendo il denaro ai diritti dei cittadini, a cominciare dalla sanità pubblica".
Tuona contro tutto e tutti, com'è nel suo stile. E promette di fare le cose come devono essere fatte, non come "la politica", che "non ha fatto nulla perché non ha mani oneste, autonome, libere, competenti e coraggiose per attaccare al cuore il sistema criminale". L'annuncio-promessa da tanto di rivoluzione: "Libereremo i palazzi del potere dal puzzo del compromesso morale".
Nel suo programma figurano diversi cavalli di battaglia: dal no alla guerra alla partecipazione, dai beni comuni all'acqua pubblica, ovviamente al primo posto l'onestà, la lotta alla corruzione e alle mafie. Qualche giorno fa aveva lanciato un appello al Movimento 5 Stelle. Ma è rimasto (un po' deluso). Si aspettava, probabilmente, che lo accogliessero in festa, offrendogli posti e stendendogli il tappeto rosso davanti. Ci prova anche con Sinistra italiana e i Verdi, ma la musica al momento non cambia.
De Magistris è deluso, potremmo dire schifato da un certo modo di fare politica. "Conte di fronte al nostro appello è rimasto in silenzio e alla fine penso che Sinistra italiana andrà con il Pd, nonostante il dibattito che c'è stato tra i militanti. Noi vogliamo unire i tanti delusi e coinvolgere il popolo dell'astensionismo parlando dei problemi del Paese, con la coerenza delle nostre storie". Eccola, dunque, la carta segreta di De Magistris: punta sui delusi, gli sfiduciati. Quelli che speravano di cambiare tutto, di fare la rivoluzione, ma sono rimasti traditi.
Per potersi candidare, senza un accordo con altre forze politiche presenti in Parlamento, deve raccogliere le firme. E qui il gioco si fa duro. Ma lui ostenta tranquillità: "Rassicuro tutti, ce la faremo".
Nei suoi attacchi non risparmia Letta: "Abbiamo capito che distribuisce le quote tra Calenda, Renzi, Mastella, Di Maio, Fratoianni e Bonelli, lui fa l'allenatore e decide chi deve giocare e chi sta in panchina".
Ovviamente la sfida è difficile e De Magistris, salvo accordi dell'ultimo minuto, per ora può contare sul sostegno di alcuni movimenti e forze politiche. Vediamo quali: Rifondazione comunista, Potere al popolo, demA, Partito del Sud e alcuni movimenti civici come Paese reale e Manifesta. Per l'ex magistrato ed ex sindaco di Napoli sarà la quinta campagna elettorale. Ormai è un "politico di professione". E lui si dice pronto a candidarsi anche a Napoli, la sua "roccaforte".
Il primo comizio, tiene a far sapere De Magistris, sarà programmato nel paese del boss mafioso latitante, Matteo Messina Denaro, "perché vogliamo dare un segnale: noi non ci sediamo e non ci siederemo mai con la borghesia mafiosa e proviamo a costruire un'alternativa dal basso".
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