«Dopo un'invasione di persone arrivate dal nulla verificatasi all'epoca dell'affermazione del Movimento cinque stelle – epoca che per fortuna è finita – tutti i partiti e i movimenti sono rimasti saldamente in mano a oligarchie romanocentriche». Non è la fine dell'ascesa degli esponenti della società civile in Parlamento, perché per Massimo Cacciari quell'ascesa non c'è proprio mai stata. «Fatta eccezione per i sindaci», come è stato lo stesso professore e filosofo nella sua Venezia prima nel 1993, mentre infuriava tangentopoli che travolgeva i partiti, e poi nel 2005.
Al tempo gli esponenti civici compensavano la sfiducia nella classe politica. Ora non sono più necessari?
«Ma non ci sono mai stati i civici in politica. Semplicemente a volte i partiti hanno preso come foglie di fico qualche persona nuova. L'unica eccezione è stata quella dei Cinque stelle e direi che non è certo stata un'eccezione positiva visto che alcuni di questi personaggi pescati della società civile non sapevano né leggere né scrivere. Non mi è sembrata una pesca positiva».
In passato si è puntato sugli imprenditori.
«Ma gli imprenditori sono foglie di fico come gli altri, sono spolverini di tutti partiti che come tali sono rimasti saldamente nelle mani di pochi».
Lo dice dopo aver visto le liste dei candidati?
«Ma le liste non le ho nemmeno guardate cosa vuole che mi interessi delle liste, questo è il funzionamento. Le decisioni sulle liste sono frutto di scelte oligarchiche del Pd come della destra. Se c'è qualche volto nuovo che viene dalla società civile è totalmente ininfluente».
Il Movimento cinque stelle alle prese con la regola dei due mandati ha puntato su due ex magistrati antimafia come Scarpinato e Cafiero De Raho. È un modo per parlare alla società civile?
«Ma perché davvero pensiamo che siano esponenti della società civile? Sono grandi professionisti della pubblica amministrazione e dello Stato, non esponenti di una società civile che si afferma da sola. E pensare che prima era il Pd quello specializzato nel cercare di candidare magistrati. Quelli che vedo anche ora sono i soliti meccanismi di cooptazione. Cercano di coprire il fatto di aver ripresentato alle elezioni i membri delle solite oligarchie mettendo qua e là in lista qualche volto giovane o nuovo ma che non conterà niente. Ma sono solo mosse per coprire la realtà».
Dicono che nella formazione di queste liste il problema sia stato il combinato disposto tra Rosatellum e taglio dei parlamentari. Non ci crede?
«Il Rosatellum è aberrante, ma non è questo il punto. Il taglio dei parlamentari non ha fatto altro che rendere più fameliche le oligarchie dei partiti nell'accaparrarsi i posti chiave, cioè posti certi in mano ai personaggi che governano».
Non c'è più interesse nemmeno da parte degli stessi esponenti della società civile a candidarsi?
«Ma se uno ha un mestiere che gli rende quale interesse può avere per un impegno diretto in politica? Semmai se ne va a fare volontariato o si impegna nel sociale. Berlusconi non era di certo un semplice esponente della società civile quando è sceso in campo, non raccontiamoci storie».
I sindaci invece continuano a essere il baluardo della società civile in politica?
«Sì, nelle elezioni comunali contano molto di più i civici ma questo solo grazie a un meccanismo elettorale che non è stato toccato. Per le politiche è all'opposto, solo liste bloccate e nessuna chiarezza. Questa è la realtà. Credo che ora i cittadini vorrebbero votare sulla base di programmi e numeri precisi piuttosto che su nomi catapultati dai partiti in base ai loro interessi».
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