Pronto con il cellulare in mano per twittare. Senza perdere tempo, con assoluta fretta e agitando il pericolo di chissà quale deriva da temere. Enrico Letta ha sentito la necessità di prendersi la scena sui social, si è armato di coraggio e ha lanciato l'allarme. Il solito. Attenzione, arrivano le destre. Il solito spauracchio. Il motivo? L'ipotesi lanciata da Silvio Berlusconi riguardo le dimissioni di Sergio Mattarella qualora passasse il presidenzialismo. Tanto è bastato al segretario del Partito democratico per indispettirsi.
Letta lancia l'allarme
In mattinata il leader di Forza Italia ha dichiarato che, qualora la riforma costituzionale sul presidenzialismo dovesse entrare in vigore, "sarebbero necessarie le dimissioni" di Sergio Mattarella per consentire di far eleggere il nuovo presidente della Repubblica direttamente agli italiani. Un punto di vista logico, considerando che si andrebbe incontro a un cambiamento di non poco conto rispetto all'attuale sistema. Oltretutto il Cav non ha sferrato un attacco personale, ma si è limitato a esplicitare un'osservazione.
Eppure Letta si è subito infuriato, tornando a sbandierare il terrore di una vittoria del centrodestra. E a stretto giro ha affidato a Twitter le sue preoccupazioni: "Dopo aver fatto cadere Draghi stamani attacca Mattarella ed arriva ad evocarne le dimissioni. Siamo noi che agitiamo lo spettro di una destra pericolosa per il Paese?". C'è però un particolare che sfugge al numero uno del Pd: Berlusconi ha aggiunto che, anche in caso di dimissioni di Mattarella, "magari potrebbe essere eletto di nuovo" dagli italiani.
Un dettaglio che forse Letta ha dimentico o ha voluto ignorare per concedersi lo sfizio di cercare di spaventare gli italiani riguardo un successo del centrodestra alle urne: "Il fatto che il centrodestra inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il Paese". D'altronde mancano pochi giorni alle elezioni: l'ammucchiata di sinistra non decolla e da qui nascono nervosismi e ansie da parte del segretario del Partito democratico.
E il compagno Di Maio?
Uno stato di perenne inquietudine che ha portato Letta a non prestare la dovuta attenzione verso chi ha imbarcato nella sua accozzaglia rossa. Sì, perché tra le fila del campo di sinistra c'è anche un certo Luigi Di Maio, ora ministro degli Esteri, che nel 2018 non aveva di certo usato miele e piume verso Sergio Mattarella. Sicuramente lo ricorderete, ma è necessario fare un ripasso per consentire a Letta di rispolverare l'identikit dei suoi compagni di viaggio.
Dal Movimento 5 Stelle avevano chiesto l'impeachment per il capo dello Stato, proponendo di metterlo in stato di accusa dopo il "no" a Paolo Savona come ministro dell'Economia. Lo stesso Di Maio lamentava che era stato impedito di far nascere il governo del cambiamento (quello gialloverde): "Abbiamo un grande problema, che si chiama democrazia. Questa non è una democrazia libera se siamo in queste condizioni. Questa scelta è incomprensibile. Ma non finisce qui".
Cosa pensa Letta di queste parole? Le vecchie dichiarazioni di Di Maio non rappresentavano un attacco frontale e durissimo verso il presidente della Repubblica? Passi la mossa di coinvolgere quanti più partiti possibile per tentare di arginare il centrodestra, ma il numero uno del Partito democratico non può far finta di nulla. Ora sogna di governare insieme a chi voleva mandare Mattarella a processo davanti alla Corte costituzionale. Al suo fianco ha chi usava queste parole nei confronti del capo dello Stato.
"Tutto quello che nella mia vita ho sbagliato l'ho sempre detto pubblicamente. Muovendo da quelle azioni spinte dagli 'istinti primordiali del Movimento 5 Stelle' io ho provato in questi anni a fare un percorso per provare ad evolvere il Movimento", è la giustificazione di Di Maio. Che in questi mesi ha tentato di creare un profilo nuovo rispetto alle linee del passato. Ma le sue uscite durissime non possono finire improvvisamente nel dimenticatoio.
Il web si scatena
Ovviamente il web non perdona. Basta scorrere qualche commento per rendersi conto che la presa di posizione di Letta non è stata accolta in maniera positiva: "Dottor Letta, forse Lei era distratto, ma Le rammento che il Suo alleato Di Maio esigeva la messa in stato d'accusa del PdR Mattarella, nel 2018"; "L'unica cosa pericolosa è la sua finta mancanza di comprensione di testi scritti e parlati a scopo manipolatorio. Berlusconi non ha attaccato nessuno".
Anche in altri commenti viene rinfacciato al segretario del Pd di aver fatto asse con Luigi Di Maio: "A parte che candidate un tale Di Maio che voleva persino processare Mattarella, ma ha usato un 'dovrebbe' se passasse la riforma costituzionale sul presidenzialismo che ovviamente cambierebbe il ruolo ed il metodo di elezione del Capo dello Stato, mica lo ha minacciato".
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