(ANSA) – NEW YORK, 30 AGO – Netflix in tribunale per "Inventing Anna", la popolare serie sulla falsa ereditiera Anna Sorokin che nella vita, con il nome di Anna Delvey, ha truffato i vip della scena sociale di New York fino a quando, smascherata, non e' finita in prigione.
"Questa storia è completamente vera tranne le parti che sono completamente inventate": la frase di apertura di tutte le puntate dello show prodotto da Shonda Rhimes non è bastata a Rachel Williams, la giornalista di 'Vanity Fair' amica di Anna, che ha fatto causa al servizio in streaming accusandolo di diffamazione.
La Williams nel 2018 ha pubblicato un articolo sul suo legame con la Sorokin e apparentemente la serie non ha capito nulla di come sono andate le cose quando Rachel prese le distanze dall'amica.
"La Williams non cessò di essere amica di Anna perché Anna aveva problemi in Marocco, ma perché poi, al ritorno a New York, capì che era una bugiarda e una truffatrice", sostengono i legali della donna.
La causa vuole dimostrare che Netflix ha preso una decisione deliberata per ragioni di copione quando ha descritto Rachel come "una giovane avida, snob, sleale, disonesta, codarda, manipolatrice e opportunista". Alexander Rufus-Isaacs, che rappresenta la Williams, ha spiegato che non è stato possibile far altro che rivolgersi al tribunale: "Hanno usato il vero nome della Williams e i suoi particolari biografici e ne hanno fatto una persona orribile, come in effetti non è". Il danno alla reputazione sarebbe stato evitato se Netflix avesse usato un falso nome e diversi particolari: "Perché non l'hanno fatto quando è andata così per altri personaggi?". Secondo l'azione legale ci sarebbe stata una ragione per tanta malignita': Rachel aveva venduto i diritti del suo articolo alla concorrenza, vale a dire Hbo. E Netflix non avrebbe fatto altro che vendicarsi.
Anna Sorokin, che ha ottenuto 320 mila dollari per vendere a Netflix i diritti della sua storia, e' stata arrestata nel 2017 in una stangata della polizia organizzata con l'aiuto della Williams. E' stata rilasciata sulla parola dopo due anni di carcere e trasferita in Germania. Non è la prima volta che Netflix finisce in tribunale per diffamazione: hanno fatto causa al servizio in streaming per come sono stati rappresentati in vari show e film il giurista trumpiano Alan Dershowitz, l'ex Grand Master di scacchi giorgiana Nona Gaprindashvili e una organizzazione di esuli cubani.
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