Si muove tra la Calabria e Roma, dove sta lavorando alla composizione delle liste di Forza Italia e del centrodestra. E quando lo fa si porta i dossier più scottanti. Il suo sogno? Una multiutility calabrese in asse con Cdp («ho chiesto all'ad Dario Scannapieco di entrare nel capitale») che gestisca tutti i servizi, dall'energia ai bacini idrici dopo un difficile negoziato con Veolia per le quote di Sorical. Roberto Occhiuto sogna una Calabria diversa, attrattiva tutto l'anno e lancia la sua ricetta. Non il solito lamento vittimista ma idee, visioni e punti fermi: turismo, food a chilometro zero, beni culturali unici come i Bronzi di Riace, ma anche un hub di investimenti affacciato sul Mediterraneo, che ruota intorno al Porto di Gioia Tauro, cresciuto in silenzio in termini di movimentazione di container e di auto.
È da qui che riparte la sua Calabria?
«Se il centrodestra dovesse vincere le elezioni chiederò al prossimo ministro competente di puntare sul rigassificatore che Sorgenia e Iren sono pronti a costruire, facendola diventare un'opera strategica per il Paese a maggior ragione dopo l'aggressione della Federazione Russa all'Ucraina. Dentro l'area di Gioia Tauro, diventata una Zona economica speciale, realizzeremo anche una piastra del freddo per un grande polo dell'agroalimentare e raddoppieremo le capacità dell'attuale termovalorizzatore».
Ma i turisti chiedono mare pulito e zero rifiuti…
«Stiamo lavorando alla depurazione delle acque, e abbiamo iniziato a farlo a novembre non a giugno come si faceva gli scorsi anni. Su questo tolleranza zero, ma il problema del trattamento dei fanghi non si supera in sei mesi. Ci saranno sempre meno rifiuti per strada, ogni calabrese spendeva 320 euro per spedirli in Svezia, la gestione accentrata ci porterà un risparmio consistente, dimezzando i costi. E anche sugli incendi boschivi, dopo la brutta esperienza degli anni scorsi, abbiamo messo in campo una task force, tra droni, Protezione civile, forestali e associazioni: adesso i piromani li becchiamo con le mani nella marmellata».
Ma per crescere servono anche gli investimenti…
«Non ci sono opere strategiche in Calabria previste dal Pnrr. Ho chiesto alle Ferrovie di accelerare sulla dotazione infrastrutturale. Sul tavolo ci sono 30 miliardi, ma sono interventi che non si faranno entro il 2026. Ma qui nel Mezzogiorno il paradigma dello sviluppo è cambiato. I Paesi del Mediterraneo cresceranno più di quelli dell'Europa, e la Calabria non vuole essere da meno».
Lei è anche commissario alla Sanità, come procede l'opera di risanamento?
«In nove mesi abbiamo riaperto tre ospedali – Cariati, Trebisacce e Praia a Mare – ripreso ad assumere, avviato l'efficientamento dell'emergenza-urgenza, approvato una riforma grazie alla quale adesso anche in Calabria abbiamo, come in tante altre realtà, un'azienda sanitaria unica regionale che gestisce e coordina il lavoro delle Asp e delle Ao. Abbiamo tanti problemi da risolvere, ma anche tante eccellenze: medici e infermieri che quotidianamente fanno i salti mortali per assicurare i servizi ai cittadini».
Parliamo di elezioni. Che sensazioni ha per Forza Italia e per il centrodestra?
«Le proiezioni che abbiamo sono interessanti, l'effetto trascinamento sul proporzionale dei collegi uninominali premierà anche il nostro partito. Diciamo che Forza Italia potrebbe arrivare a esprimere fino a 70 tra deputati e senatori: una cifra davvero importante, considerando il taglio dei parlamentari».
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