"Credo" è la parola scelta da Matteo Salvini e dalla Lega per la campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre. Dopo alcuni giorni di affissioni anonime, il leader della Lega ha iniziato la sua campagna utilizzando una parola semplice ma con un significato profondo, che si lega ai valori del partito e dei suoi elettori. E, in una lettera inviata al direttore de L'Avvenire, Matteo Salvini ha spiegato perché ha scelto questa parola per accompagnare la campagna elettorale.
Davanti alla distinzione fatta da L'Avvenire, che ha diviso un credere "forte", orientato a un Dio creatore, e un credere "debole", destinato a progetti e ambizioni, Matteo Salvini ha replicato: "Preferisco parlare invece di un credere teologico, che per un liberale e democratico può esprimersi, se credente, solo verso la divinità, e un credere laico". Quindi, il leader della Lega ha sottolineato che quello che la Lega chiede è un atto di fede laico: "Credere, nella lingua italiana, significa 'ritenere vera una cosa', insomma essere persuasi della sua verità. Persuasione a cui si arriva per esperienza o per ragione non per rivelazione. E qui sta la differenza fra il credo religioso e quello laico".
Fatta questa premessa, Matteo Salvini nella sua lettera a L'Avvenire mette in evidenza come sia importante, "in una società liquida, sfiduciata, corrosa di relativismo, e infine sempre negativa", "tornare a 'credere' in qualcosa. È insieme l'ottimismo della ragione e della volontà. Credere è dunque l'opposto di dubitare". Matteo Salvini ritiene che il suo "credo" sia spinto dalla voglia di fare e di operare per ridare slancio alla società e rilanciare l'Italia, prendendo come base di partenza i valori condivisi e concretamente vissuti: "E allora il punto decisivo è capire se si condividono i valori a cui ci si affida per ricostruire una res publica".
Per spiegare al meglio il suo concetto, Matteo Salvini ha riportato nella lettera a L'Avvenire alcuni passaggi del suo manifesto elettorale, nel quale si affrontano temi fondanti come libertà, giustizia sociale e merito, ma anche diritti e doveri da assecondare da parte di tutti: "Se il relativismo ha contribuito a corrodere la società occidentale, ritornare ad avere fiducia in valori e obiettivi alti è a mio avviso il presupposto per la rinascita del nostro Paese". Una vera sfida, la definisce Matteo Salvini, "che deve coinvolgere credenti e non credenti: riconoscersi in un sistema di valori condiviso per recuperare quel senso di unità fra i consociati, nel segno del primato della persona umana, abbandonando la 'brutta' politica fatta di odio, maldicenza, sospetti, insinuazioni, insulti".
Quello a cui mira Matteo Salvini con il suo manifesto e il suo "credo" elettorale, è "una politica che riparta, in definitiva, da un gesto di fiducia, ovvero un atto laico di fede: credere nel prossimo e nel nostro Paese".
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