(ANSA) – BOLOGNA, 04 SET – L'adozione da parte della compagna
della madre biologica risponde "pienamente al superiore
interesse della minore, consentendole di godere della continuità
affettiva, educativa ed emotiva di una famiglia solida e
stabile, nella quale la stessa ha potuto costruire la propria
identità". E "il cognome è una parte essenziale e irrinunciabile
della personalità". Lo scrivono i giudici del tribunale per i
minorenni di Bologna, che ha dato il via libera all'adozione di
una bambina da parte di una coppia di donne, insieme da 11 anni
e dal 2018 sono unite civilmente, poco prima che la figlia
nascesse con procreazione eterologa da donatore.
Come ricostruisce la Gazzetta di Parma, un mese dopo la
nascita della bimba il sindaco Pizzarotti l'aveva iscritta
all'anagrafe, riportando entrambi i cognomi delle donne. Il
ricorso della Procura, però, diede via a un procedimento che
dopo due anni ha portato alla cancellazione del cognome della
compagna della madre. Ma ora il tribunale, sancendo la 'stepchild adoption', l'adozione del figlio del partner ha
ridato alla piccola il doppio cognome. "La relazione affettiva
tra due persone dello stesso sesso che si riconoscano come parti
di un medesimo progetto di vita costituisce "a tutti gli effetti
una 'famiglia' – osservano i giudici – luogo in cui è possibile
la crescita di un minore, senza che il mero fattore 'omoaffettività' possa costituire un ostacolo formale". (ANSA).
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