Il finale sembrava già scritto, tanto che lei fin dall'inizio era parsa a tutti un'outsider. Forse per questo non c'è stato nessun confronto con gli avversari Emma Bonino e Carlo Calenda, candidati rispettivamente per il Pd e il Terzo Polo, e anche gli inviti in tv si sono contati sulle dita di una mano. Così Lavinia Mennuni, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, da quattordici anni attiva sul territorio del secondo Municipio, si è rimboccata le maniche e si è concentrata su quello che le riesce meglio: parlare con i cittadini, con i commercianti, ascoltare i problemi e cercare di risolverli. E a sorpresa con una campagna elettorale "casa per casa" è riuscita a strappare alla sinistra le chiavi della Ztl romana, ottenendo il 36,3 per cento dei consensi, contro il 33,2 della candidata di +Europa e il 14 del leader di Azione.
Dica la verità, se l'aspettava di vincere con due avversari così?
"In campagna elettorale ho chiesto un confronto a Calenda e Bonino, intanto perché credo che sia il sale della democrazia potersi confrontare sui vari temi di attualità. Ma soprattutto perché provengo da un tipo di percorso politico in cui deputati e senatori curavano i rapporti con la cittadinanza che votava. Avrei voluto affrontare quindi anche le questioni che riguardano il territorio di questo collegio immenso che tocca più o meno la metà della città di Roma. Purtroppo non è stato possibile".
L'hanno snobbata?
"Spesso non venivo considerata neanche nei servizi e nei dibattiti televisivi. Io ho preferito concentrarmi sugli incontri con le categorie e le associazioni sui grandi temi, e vista la mia storia di vent'anni di rappresentanza sul territorio, non ho trascurato i cittadini, i comitati di quartiere, i commercianti. Abbiamo fatto una campagna porta a porta. Letteralmente, nel senso che più di uno ci ha aperto le porte di casa sua per discutere di politica. Abbiamo fatto centinaia di incontri, siamo una forza di radicamento e ho voluto fare del radicamento l'elemento centrale della mia campagna elettorale".
È così che siete riusciti a togliere le chiavi della Ztl alla sinistra?
"Non solo. Innanzitutto nella Ztl non abitano solo i super ricchi ma anche quel ceto medio che è ancora l'ossatura portante del Paese e che ora è in grandissima sofferenza. Abbiamo parlato con le famiglie che faticano ad andare avanti e chiedono una maggiore attenzione al cittadino, cosa che con l'ultima maggioranza instabile e variegata non si è per niente percepita. Poi abbiamo incontrato le imprese, gli albergatori, i ristoratori, i commercianti che percepiscono lo Stato lontano su questioni di primaria importanza, come il caro energia, e fin troppo presente su altri fronti. Ci siamo confrontati con queste realtà in modo concreto e determinato, e questo ci ha premiato. Adesso sentiamo sulle spalle la grande responsabilità del lavoro immenso che deve essere compiuto".
Perché i suoi avversari non sono riusciti a fare altrettanto?
"La sfida era di quelle importanti. La Bonino rappresenta dei valori opposti ai nostri, quindi per noi questo è un risultato di grandissimo rilievo. Per quanto riguarda Calenda, lui viene dalla sinistra e non se ne è mai allontanato a differenza di quanto vuole far credere, come hanno dimostrato a Roma gli endorsement all'allora candidato sindaco del Pd, Roberto Gualtieri. Probabilmente quelli che lo avevano votato alle scorse amministrative se ne sono accorti e hanno fatto le proprie valutazioni. La coerenza in politica paga sempre".
A proposito, il risultato di Roma è un messaggio anche per l'amministrazione di sinistra?
"Da consigliere comunale credo innanzitutto che la questione della governance di Roma Capitale debba essere assolutamente risolta. Roma deve avere uno status diverso, risorse particolari, i municipi devono essere rinforzati con maggiori competenze perché si trovano nell'area urbana più grande d'Europa. Spero che con il Pd si riescano a fare passi avanti in questo senso. Mi auguro che l'amministrazione si impegni per il Giubileo, per accogliere Expo e i grandi eventi che servono a rilanciare il turismo, uno dei grandi asset della Capitale che al momento non viene gestito come si deve".
E al Senato quali saranno le sue priorità?
"Sicuramente il sostegno alla natalità. Una nazione che non fa figli è destinata a impoverirsi: dobbiamo accompagnare le mamme e farle sentire al centro della società. Ci sono nazioni come la Francia che da anni investono su questo e hanno il più alto inserimento delle donne nel mondo del lavoro, coniugato con un alto tasso di nascite. E poi c'è il nodo della sicurezza. Non è possibile che a Roma una ragazzina venga molestata, come è successo qualche settimana fa, alle 8 di sera su un autobus che attraversa il centro. Abbiamo bisogno di rinforzare le nostre forze dell'ordine e rendere le nostre città più sicure.
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