(di Mauretta Capuano) (ANSA) – ROMA, 15 SET – LIA LEVI, PER UN BIGLIETTO DEL CINEMA
IN PIU' (SALANI, PP 192, EURO 13,90). La squadra dei ragazzi che
amano il cinema, che sognano di entrare sempre in sala anche se
non hanno i soldi per pagare il biglietto. Sono Federico e il
suo incontenibile fratellino Giolli, la biondina Malva e il buon
Antonio che alla fine della seconda guerra mondiale si muovono
in una Roma ferita ma piena di speranze. A raccontarci le loro
avventure è Lia Levi in 'Per un biglietto del cinema in più', in
libreria in questi giorni per Salani. Un romanzo sul cinema e il
potere delle storie che salvano la vita in cui la vincitrice del
Premio Strega Giovani 2018 riesce a dar voce con la sua
delicatezza e limpidezza alle conseguenze delle leggi razziali e
del rifiuto del fascismo.
Federico e Giolli vivono con la madre Marianna che fa la sarta e
aspettano il ritorno del loro padre prigioniero di guerra in
America. Andare al cinema Flora con la mamma per i due ragazzini è una festa, ma accade raramente che se lo possano permettere e
così escogitano un piano, in cui il chewing-gum ha un ruolo
fondamentale, per entrare di nascosto al cinema. "L'Operazione
chewing-gum si era trasformata in Operazione cinema" racconta la
Levi. Sprofondati al buio, sulle poltroncine scarlatte
dimenticano tutto, anche la paura e presto si accorgono di non
essere gli unici clandestini in sala. Malva li guarda da lontano
con insistenza e fa insospettire Fedrico e Giolli che all'inizio
pensano sia una spiona. E' sempre presente in sala, forse è la
figlia del proprietario del cinema? E come mai dorme sola
nello scantinato della sala? "Insomma, il mistero della 'spiona'
non era ancora risolto quando i due fratelli se la trovarono
davanti il giorno in cui andarono a vedere il varietà con la
mamma" racconta la Levi nel libro. Ma, quando diventeranno
amici, piano piano si scoprirà la verità e sarà Malva a dare
vita alla squadra nella quale entra anche Antonio che è
innamorato di Celeste, una ragazza molto più grande di lui alla
quale fa molti favori. Lei per ripagarlo lo accompagna al cinema
e mentre parla e scherza con l'addetto del controllo dei
biglietti, al quale piace tanto, Antonio riesce ad infilarsi in
sala.
La vita del quartetto cambia quando incontrano uno strano conte
regista, che si è tolto le scarpe vicino a un fiume e diventerà
il loro educatore con il quale metteranno in scena uno
spettacolo.
"L'apparizione di un conte con la giacca di velluto rosso (forse
una specie di manto regale?) aveva fulminato Giolli. Non faceva
altro che parlare e riparlare di quell'incontro sul fiume.
'Secondo te, perché si è tolto le scarpe?' domandava al fratello
che, ogni volta, rispondeva esasperato: 'Non lo so!'. 'Io penso
una cosa' si disse da solo un giorno Giolli. 'Quale cosa?' 'Penso che si volesse buttare nel fiume, come quel signore del
film che poi viene salvato dall'angelo'" viene raccontato nel
libro.
La Levi, 91 anni, che da bambina ha vissuto le persecuzioni
razziali e la deportazione nei campi di concentramento,
esperienza testimoniata nel suo primo romanzo, 'Una bambina e
basta', autrice di fortunati libri per adulti e ragazzi ci fa
riflettere in 'Per un biglietto del cinema in più' – con la
collaborazione di Simone Calderoni, esperto di cinema – sulle
atrocità della guerra, su quanto sia importante l'amicizia come
unica speranza di pace e sulla forza salvifica dell'arte e dei
libri.
In appendice 'I film del cinema Flora', una lista ragionata di
titoli da Fantasia di Walt Disney a 'Alla ricerca del manto
dorato', di Nestore Virgili, "un film che non esiste, l'ha
inventato per voi 'la cucina' di questo libro" come spiega
Calderoni. (ANSA).
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