Lars Klingbeil rincara la dose. Il presidente della Spd tedesca reputa addirittura un "onore" l'incontro con il leader del Pd Enrico Letta a Berlino e soprattutto, in un'intervista al Corriere della Sera, parla apertamente di Fratelli d'Italia come un partito neofascista.
A pochi giorni dalle elezioni politiche, gli endorsement diretti o indiretti dei leader stranieri nei confronti dei partiti italiani diventano sempre più espliciti. Da Marine Le Pen che ha inviato un messaggio di sostegno a Matteo Salvini, a Luigi De Magistris che è riuscito ad avere sul suo palco Jean-Luc Mélenchon e Pablo Iglesias, fino alla benedizione a distanza per Giorgia Meloni nientemeno che di Hillary Clinton. Ai tedeschi di Spd, però, nemmeno questo è bastato per iniziare a considerare la leader di FdI come una guida politica "legittima" per il popolo italiano.
Klingbeil, infatti, preferisce appiattirsi sulla retorica dem utilizzando quasi le stesse parole ripetute in Italia fino allo sfinimento da Enrico Letta: "Si decide se il vostro Paese sotto la guida di un governo di destra si allontanerà dal contesto europeo – dice – per schierarsi al fianco di Viktor Orbán come fa il partito di Giorgia Meloni".
Un partito che per Klingbeil è "decisamente un partito neofascista": "Vediamo l'uso che fa in campagna elettorale della cassetta degli strumenti della destra. Vengono diffuse menzogne. L'opinione pubblica viene aizzata contro la Germania. Provano a dividere l'Europa. L'Italia è un Paese grande e generoso, forza trainante di un'Europa forte. Con Fratelli d'Italia c'è il pericolo che abbandoni questa strada".
A proposito di endorsement stranieri, anche il suo collega Manfred Weber, presidente dei popolari, è venuto in Italia ma per appoggiare il centrodestra. Curioso che per Klingbeil un moderato possa appoggiare dei neofascisti. Ma la strategia dei socialdemocratici di tutta Europa, dettata dall'Spd e recepita a quanto pare perfettamente anche dal Pd, è quella di demonizzare l'avversario con ogni mezzo possibile e considerare legittimi solo i leader che hanno rapporti con loro. Klingbeil lo dice chiaramente: "Letta è un leader che ha contatti stretti con i partiti democratici dell'Unione, con il governo e il cancelliere tedesco. E per le grosse sfide che abbiamo di fronte abbiamo bisogno di più, non di meno Europa".
Quindi, meriti di vincere le elezioni in Italia non se gli italiani ti scelgono, ma se vai d'accordo con Berlino, se vai d'accordo con Bruxelles e se ti allinei con le agende politiche della metà dei Paesi Ue (attualmente 13) in cui i socialdemocratici governano direttamente o sostengono un governo. La cosa comica, è che a dispetto dei numeri la socialdemocrazia in Europa non se la passa benissimo. Men che meno in Germania dove sia i Verdi che la Csu stanno da tempo erodendo i consensi dell'Spd orfano di Angela Merkel.
Sarà perché le ricette che propongono i socialdemocratici per risolvere problemi quali la crisi energetica, l'aumento dell'inflazione, le migrazioni di massa e ora anche la guerra in Ucraina sono le stesse che questi problemi hanno contribuito a crearli. Ma per l'Spd e per la sinistra europea, la politica funziona così: noi governiamo male, le persone se ne accorgono, la loro vita quotidiana peggiora e per risolvere i problemi prodotti da noi gli chiediamo di votarci con ancora più vigore. Pena: l'accusa di neofascismo.
Più che una prassi socialdemocratica, sembra un'autocrazia progressista.
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