La sfera privata dei personaggi politici ormai non ha barriere. Tutto viene diffuso, tutto viene spiattellato sulla piazza pubblica senza alcuna riserva. E c'è chi utilizza dei particolari familiari per attaccare frontalmente un avversario. Un pretesto discutibile. Ne è una dimostrazione l'uscita scomposta di Rula Jebreal ai danni di Giorgia Meloni: la giornalista ha rilanciato la notizia sul padre della leader di Fratelli d'Italia per colpirla sul piano personale. E ha ricevuto critiche trasversali, anche dai suoi colleghi di sinistra.
Giletti e Lerner contro Jebreal
Ormai in politica non si fa più rispetto del privato. L'ultima puntata di Non è l'arena, programma in onda la domenica sera su La7, ha affrontato proprio questo tema. Massimo Giletti ha mostrato la presa di posizione della madre della Meloni, che ha raccontato il passato molto travagliato tra il padre e la figlia. Il conduttore della trasmissione ha sostenuto una tesi tanto semplice quanto realistica, bacchettando così la Jebreal: "Si cerca qualsiasi cosa pur di colpire l'avversario…".
Un monito in tal senso è arrivato anche da Gad Lerner, che di certo non può essere sospettato di essere un esponente della destra o un ammiratore politico della leader di Fratelli d'Italia: "È evidente che Rula ha pisciato fuori dal vaso. Ha fatto un tweet che è un tweet di una giornalista. Non possiamo trasformarlo in un caso politico nazionale di fronte a una persona che ha vinto nettamente le elezioni e si prepara a fare il presidente del Consiglio".
Il solito vittimismo
Contro la Jebreal si sono scagliati anche giornalisti ed esponenti politici appartenenti alla galassia rossa. E questo dimostra quanto la mossa della giornalista sia stata bocciata in maniera larghissima. Eppure lei non demorde, insiste, prosegue per la propria strada. A volte il silenzio è sinonimo di intelligenza, ma la Jebreal è tornata ancora una volta sul tema senza alcuna intenzione di mettere da parte la figuraccia.
Ma c'è di più. Non contenta, la Jebreal ha indossato i panni della vittima. Magari con l'intenzione di ribaltare la narrazione di quanto avvenuto. Ora lei si sente finita nel mirino di chissà quale congiura mediatica: "Il giorno dopo che Meloni ha minacciato di farmi causa per un tweet, i media hanno lanciato un assalto razzista, islamofobo e misogino". Innanzitutto attaccare pubblicamente un personaggio di rilievo ha ovviamente una copertura mediatica e ti espone a dei commenti (positivi o negativi). Ma, soprattutto, la critica non è un assalto: è un esercizio previsto dalla democrazia. Con buona pace della Jebreal.
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