Nella grande ammucchiata del centrosinistra ci sarà anche Luigi Di Maio, che potrebbe correre nel collegio di Modena per una poltrona in parlamento a Montecitorio. E la proposta, come scrive Francesco Storace, sarebbe stata fatta direttamente da Enrico Letta, che le sta provando tutte per superare il centrodestra il 25 settembre. Il segretario dem riceverebbe in dono un collegio blindatissimo ma nel Partito democratico questa soluzione non sembra essere stata accolta positivamente. E il motivo è semplice: Luigi Di Maio tre anni fa puntava il dito contro il "partito di Bibbiano".
Un cortocircuito indicativo del caos nel centrosinistra, che pur di cercare di superare il centrodestra le sta provando tutte, anche allearsi con gli ex nemici. Durante la militanza nel Movimento 5 stelle e, soprattutto, la frequentazione dei Palazzi, il ministro degli Esteri ha imparato parte di quell'arte politica che fa leva soprattutto sulla furbizia: da Letta, disperato, ha ottenuto uno dei collegi più sicuri nelle mani del Partito democratico ma, come spiega Storace, "dovrà garantire al proporzionale la lista con Bruno Tabacci".
Bruno Tabacci era già andato incontro a Luigi Di Maio aiutandolo nella secessione dal Movimento 5 stelle e lunedì ci sarà la conferma di questa particolare alleanza, visto che il fondatore del Centro democratico è pronto a offire il simbolo al gruppo parlamentare nato dall'uscita dal M5s. Ma non si tratta di un semplice soccorso politico basato su un simbolo, che così semplice non è nemmeno. Bruno Tabacci e Luigi Di Maio lunedì a Roma annunceranno un vero e proprio progetto politico. "Sarà l'evoluzione di Insieme per il futuro", confermano dall'entourage del ministro. Questo significa che Luigi Di Maio non sarà più obbligato a una corsa contro il tempo per raccogliere le 60mila firme necessarie per quei simboli che non hanno avuto una rappresentanza autonoma in Parlamento dall'inizio della legislatura entro il 22 agosto, termine ultime per la presentazione delle liste.
Ma quel che davvero sorprende è che Luigi Di Maio correrà per una poltrona a Montecitorio in un collegio a una manciata di chilometri da Bibbiano. Certo, non dovrà andare a fare campagna elettorale lì perché non concorre per un seggio senatoriale, ma da quelle parti le sue parole, pronunciate appena e anni fa, risuonano ancora forti nelle orecchie del Pd locale: "Io col partito di Bibbiano non voglio averci nulla a che fare. Con il partito che in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l'elettrochoc per venderseli, io non voglio avere nulla a che fare".
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