Il Metropolitan 'ruba' al Whitney il responsabile per l'arte contemporanea. Daniel Breslin, che ha appena finito di curare la Biennale 2022 del museo sulla High Line, sara' il nuovo curatore dell'arte moderna e contemporanea, subentrando a Sheena Wagstaff che dopo dieci anni lascia il posto. Breslin avra' un ruolo chiave nel come il Met definira' l'arte del nostro tempo in un momento in cui musei di tutta America stanno rivisitando il canone per dare spazio a piu' artiste donne e persone di colore. Avra' anche il compito di governare il vasto piano di espansione del museo: un progetto da mezzo miliardo di dollari che dovrebbe fare dell'arte moderna e contemporanea, da sempre considerata una 'Cenerentola' al Met, la nuova 'principessa' del museo. La storia di come questo potrebbe accadere e' strettamente legato alla storia dei musei di New York. Al Metropolitan l'arte moderna e contemporanea e' sempre stata finora relegata in spazi sacrificati tanto e' vero che nel 2016, con una mossa considerata da molti azzardata, il museo affitto' dal Whitney il palazzo di Marcel Breuer su Madison Avenue lasciato libero dopo il trasferimento 'downtown' nel nuovo edificio disegnato da Renzo Piano. Era poi subentrata la crisi economica: con i bilanci in profondo rosso, l'ampliamento del Met su Central Park era stato cancellato per mancanza di fondi. A rendere possibile la ripartenza e' stata l'anno scorso la donazione record da 125 milioni di dollari di un membro del board, il cinese-americano Oscar Tang, e della moglie, Agnes Hsu-Tang. La nuova ala sara' intitolata a loro nome per un minimo di 50 anni. Sara' disegnata da una giovane architetta messicana, Frida Escovedo, che prevede di portare a termine il compito prima del 2030. Il nuovo annuncio segna una mossa a favore del Met nella grande partita a scacchi tra musei di New York per il predominio sull'arte contemporanea. All'epoca dell'affitto del Breuer, le ambizioni del Metropolitan in questo campo erano state criticate da molti alla luce della presenza in citta' di altri musei – non solo il Whitney, ma anche il MoMA, il Guggenheim e il New Museum – che gia' dedicano tempo e energie al racconto dell'arte del nostro tempo.
"La nuova ala Tang permettera' al Met di reimmaginare e presentare le storie legate tra loro dell'arte moderna e contemporanea di tutto il mondo", ha detto Breslin. Il nuovo curatore e' un uomo e un bianco e questo ha fatto storcere il naso a chi, nel mondo dell'arte, sta cercando, anche al Met, di spingere all'insegna dell'inclusione nelle nomine in posizioni chiave dei musei. "La nostra responsabilità e' di costruire un'istituzione e programmi di inclusione e equita'", ha detto il direttore del Met, Max Hollein: "Daniel ha una vasta esperienza in molte aree. Ha lavorato con artisti in musei, a New York, e specialmente nel costruire e interpretare le collezioni creando una visione istituzionale e programmi che espandano il pubblico e le prospettive". (ANSA).
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